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I SOLITI IDIOTI
Un padre insegna al figlio come bisogna stare al mondo. Cinquant'anni fa era Ugo Tognazzi: nei “Mostri” di Dino Risi spiegava al timido rampollo che quando si mangiano sei paste basta dichiararne solo due alla cassiera del bar. Che fingendosi mutilati di guerra si evita la coda alla biglietteria. Che sette anni sono sufficienti per ammiccare alle grazie della maestra confrontandola con Sophia Loren. Che i divieti di circolazione non sono tali se non c'è la polizia stradale a presidiarli. Stesse scene, appena un po' aggiornate, nel film “I soliti idioti” (sì, Concita: ci sono più parolacce, il tormentone del genitore è “Dai, cazzo”; ma cinquanta anni fa si diceva “le estremità”, e non si mettevano culetti sui manifesti dell'Unità). Papà Ruggero veste con la giacca da yachtman a bottoni dorati e porta i mocassini senza calze, da tipo da spiaggia ai tempi del “Sorpasso”. Il figlio Gianluca ha i baffi disegnati come Groucho Marx (sì, Concita, non c'era solo Karl con quel cognome), studia i bruchi, vuole sposare la fidanzata in una chiesetta del nord, viene marcato stretto da papà che lo teme poco interessato alle donne, perché a dodici anni preferiva le macchinine alle escort. Quindi lo vorrebbe accoppiare con la signorina del manifesto Smutandissima (no Concita, non è la parodia delle ragazzine sul manifesto di “Intimissimi”: è la presa in giro di Isabella Ferrari, la donna così fiera della sua età e delle sue rotondità che si è fatta cancellare l'ombelico). “I soliti idioti” – negli sketch andati in onda su Mtv e ora a disposizione su YouTube – sono Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio, che sotto vari travestimenti incarnano strane coppie. Qualcuna la ritroviamo qui, a far da contorno. Fabio e Fabio, per esempio, i due omosessuali che nei siparietti tv si presentano al corso per la preparazione al parto, e la prima risataccia arriva quando l'insegnante dice: ora mettetevi nella posizione in cui avete concepito (sì, Concita, si può ridere anche sui gay, soprattutto su quelli che non perdono occasione per ribadire “sono gay”, e appena l'interlocutore pensa: “Vabbè, ma non è che mi devi ripetere ogni momento cosa ti piace a letto”, sono già su tutte le furie: “Ecco, sei omofobo”). O la signora Gisella, sempre dietro lo sportello delle poste e sempre decisa a far attendere i clienti. Sì, Concita, “I soliti idioti” fa più ridere di Sabina Guzzanti.
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