ATTACK THE BLOCK – INVASIONE ALIENA

Mariarosa Mancuso

    In “La vita segreta degli edifici”, l'architetto inglese Edward Hollis racconta storie di “edifici mutanti” (esce da Ponte alle Grazie). Fa da guida, e da clamoroso esempio, il Partenone. Nacque a colori sgargianti, più o meno come un disegno animato della Disney. Il candore e la semplicità che noi consideriamo “classici” sono effetti del degrado. Fu il simbolo di una città stato, poi una chiesa cristiana, una chiesa ortodossa, una moschea, un deposito di munizioni, un assortimento di sculture da depredare, la più noiosa delle attrazioni turistiche (in genere visitata sotto la sferza del sole, dettaglio che aggrava la fatica del viaggiatore già poco entusiasta), un rudere in via di sbriciolamento da mettere sotto una bolla in vetroresina o da sostituire con una riproduzione. Capita anche agli edifici meno antichi. Gli Hulme Crescents di Manchester, inaugurati nel 1971, secondo gli architetti Wilson e Womersley erano “la soluzione ai problemi del vivere nel XX secolo”. Quattro mezzelune lunghe un chilometro, alti sette piani, con doppi vetri e pareti di cemento indistruttibile, lunghi corridoi e passerelle sopraelevate (non considerati strade, quindi non battuti dalla polizia). In capo a pochi anni, con il costo del riscaldamento alle stelle e macchie d'umido ovunque, gli inquilini che ne avevano la possibilità se ne andarono, lasciando il campo libero agli squatter. La Wyndham Tower di “Attack The Block” è un edificio simile, a South London (il regista la battezza con il nome dello scrittore di “Il giorno dei trifidi”, mentre le strade sono intitolate ai colleghi H. G. Wells, Aldous Huxley, James Ballard). I bulletti del quartiere, cappuccio della felpa in testa e coltello in mano, stanno rapinando un'infermiera. Proprio quando dal cielo cade una strana creatura. La poveretta salva il portafoglio, i ragazzini massacrano la creatura aliena (e già immaginano di venderne le spoglie su eBay). Purtroppo, non è la sola. Altre ne arrivano con le loro navicelle, mimetizzate tra i fuochi d'artificio. Joe Cornish, che aveva cominciato in tv parodiando film famosi con i pupazzetti, dirige benissimo le scene d'azione, sa dare a ogni ragazzino il suo carattere (e nella versione originale anche il suo accento). Mentre salvano il mondo, anche il condominio non ha più segreti, tra signore in vestaglia che ai teppisti offrono il tè e stanze segrete per coltivare l'erba.