
LA BICICLETTA VERDE
Il portone di casa in metallo grigio sembra la saracinesca di un garage. Il rumore che fa chiudendosi ricorda le celle carcerarie chiuse dai secondini. La prigione però sta fuori, nelle strade alla periferia di Riyad, Arabia Saudita: le donne escono con la palandrana e non possono guidare. Non esistono cinema, pericolosi luoghi satanici; solo dvd di contrabbando, da guardare in casa tra persone fidate, sia mai che qualcuno denunci il misfatto. Tra le pareti domestiche, le regole si allentano. Sono consentiti pantaloni e camicette scollate, sempre che il marito non si metta di traverso (qui si fa vedere poco, quindi la consorte legittima sospetta stia cercando un'altra moglie capace di mettere al mondo il sospirato erede maschio). “La bicicletta verde” è un film unico, girato da una regista che ha studiato all'università americana del Cairo e ha preso un master all'università di Sydney, sfidando le regole che consentono solo agli uomini di dare ordini a una troupe (se proprio insistono, ma non è che finora abbiano mai insistito: non si danno altri film girati in Arabia Saudita). Basterebbe per aver voglia di vederlo. Faremmo un torto però alla spericolata Haifaa Al-Mansour, che firma anche il copione senza puntare sugli handicap. Gioca alla pari con cinematografie più fortunate, nonché dotate di gloriosa tradizione. La storia di Wadjda, ragazzina decenne che a tutti i costi vuole una bicicletta per sfidare l'amichetto che una volta gliel'ha prestata (sul terrazzo di casa, e già lì si corrono dei rischi ben diversi da una sbucciatura alle ginocchia), fila veloce tra molte sorprese. Mai ricattatoria verso lo spettatore, mai ripiegata su se stessa: ha tutto quel che un film deve avere, dal preciso disegno dei personaggi a un mondo lasciato indovinare senza bisogno di sottolineature. La bicicletta verde costa 213 dollari, difficili da racimolare vendendo oggettini. La ragazzina comunque ci prova, prima di decidere per una competizione scolastica. L'argomento è il Corano, recitazione dei versetti e quiz (per allenarsi alla risposta pronta e giusta esiste un videogioco a risposte multiple, sul modello di “Chi vuol essere milionario?”). Sempre che nel frattempo la bici non sparisca dal negozio. O un'insegnante si metta di mezzo, decidendo che i bimbi palestinesi hanno bisogno di beneficenza.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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