WARM BODIES

Mariarosa Mancuso

    Ragazze, ma un giovanotto normale mai? Non è che avete preso troppo sul serio Jane Austen, quindi il vero amore deve essere maleducato se non addirittura scorbutico? Non è che avete letto troppe favole, quindi avete sempre come modello la Bella che vede oltre alle apparenze e si innamora della Bestia? (dopo la serie classica con Linda Hamilton e Ron Perlman, datata 1987, negli Usa va in onda “Beauty and the Beast” di Ron Koslow, aggiornata con sperimentazioni mediche nei laboratori militari). Bisogna dire d'altra parte che neanche le creature orrorifiche sono più quelle di una volta: un morsetto sul collo e via, niente telefonata il giorno dopo (sono un po' lenti a chiederti in moglie, ma su questo si può lavorare). Addomesticati come bestie da corteggiamento i vampiri, non possiamo neanche più contare sugli zombie: carini e teneri con la felpa rossa che fa risaltare l'occhio ancora vispo, provvisti di vecchi vinili, l'ultima cosa che ti viene in mente è piantargli un paletto nel cuore. Protesteranno i maschi, che finora avevano avuto i morti viventi tutti per loro, privi di smancerie. Se invece pensate che sia l'ideale per un primo appuntamento, così lui guarda i mostri resuscitati e lei si strugge per la storia d'amore, lasciate perdere: “Warm Bodies” è un film totalmente romantico e a misura di fanciulla, anche se si svolge in un futuro post apocalittico, con l'umanità protetta da un muro di cinta. Fuori sono rimaste le farmacie piene di medicine, e una squadra ben addestrata esce in missione per procurarsele. Cercando di evitare i lentissimi zombie e gli incartapecoriti, ma molto più lesti “ossuti” (non abbiamo capito perché gli scheletroni, che dovrebbero essere l'ultimo stadio dei morti viventi, crescono in altezza, velocità e forza combattente, ma di sicuro è colpa nostra che siamo distratti). La voce narrante, come nel romanzo di Isaac Marion pubblicato da Fazi, appartiene a un giovanotto con un suo senso dell'umorismo più vivo dei suoi arti. Quanto a parole, è scarso: “Fame”, e qualche grugnito se va a bere una birra con l'amico zombie M. Ricorda solo l'iniziale del suo nome, R, mentre la bella si chiama Julie (Mercuzio, Romeo e Giulietta, a occhio). Si incontrano in circostanze piuttosto macabre. Sarà amore a prima vista, con l'aiuto di un cervello che mangiucchiato procura a R amorosi ricordi non suoi.