LA CUOCA DEL PRESIDENTE

Mariarosa Mancuso

    Secondo la leggenda, per uno dei suoi ultimi pasti François Mitterand ordinò i proibitissimi ortolani. Minuscoli uccellini di specie protetta, da ingrassare e poi annegare nell'armagnac. Si mangiano dopo breve cottura, interiora comprese: il rituale prevede un tovagliolino per nascondere il viso dei commensali durante il lento spolpamento. La scena era nel film che Robert Guédiguian dedicò agli ultimi anni del presidente, con l'attore Michel Bouquet assai somigliante all'originale (titolo: “Le passeggiate al Campo di Marte”). Non ce n'è traccia in questo memoir culinario che rievoca i due anni all'Eliseo di Danièle Delpeuch: cuoca autodidatta del Périgord, proprietaria di una tartufaia e fornitrice di foie gras al ristorante di Joël Rebuchon, nominato nel 1989 “chef del secolo” dalla guida Gault Millau (all'epoca pre-Masterchef in cui non eravamo ancora tutti critici gastronomici: le forchette e i punteggi minavano il monopolio delle stelle Michelin). Fu così che Jack Lang, allora Ministro della Cultura, la scovò. Mitterrand era stufo della cucina elaborata e di un pasticciere ostinato che metteva roselline di zucchero dappertutto. Voleva per sé e la sua famiglia – le sue due famiglie, oltre alla moglie c'erano l'amante Anne Pingeot e la figlia Mazarine – una cucina semplice come quella della sua infanzia. Insomma: i sapori della nonna, in accordo con le ricette in ricercato linguaggio che facevano riferimenti ai grandi scrittori di Francia (“Dal paese di Pierre Corneille, fate arrivare questo e quest'altro”) e che da piccolo avidamente leggeva. Danièle Delpeuch scrisse le sue memorie nel 1997, con il titolo “Mes Carnets de Cuisine – Du Périgord a L'Élysée”. Al netto di qualche ricamo a opera del regista e sceneggiatore, che insistentemente cita “Il pranzo di Babette” nella gelida Antartide, non furono anni facili. Lo chef con la sua brigata tutta di maschi che operava nella cucina principale (lei lavorava in un altro locale del palazzo, Sarkozy ha gentilmente accolto la troupe) non perdonò lo sgarbo. All'inizio le era vietato fare la spesa personalmente, quando ottenne il permesso l'economo le chiese di spendere meno, soprattutto in tartufi da accompagnare con pane nero e burro. Nella parte del presidente, il romanziere e accademico di Francia Jean d'Ormesson. Gli mancano il fisico e l'esperienza d'attore, ma ha in curriculum 26 pasti con François Mitterrand.