IL CACCIATORE DI GIGANTI

Mariarosa Mancuso

    Una moratoria. Una pausa. Un'inversione di tendenza. Un mostruoso calo di incassi che ci liberi dalle favole messe in scena con spreco di effetti speciali e di bravi attori da dirottare su altri film (molto meglio l'animazione: “La principessa e il ranocchio” e “Rapunzel - L'intreccio della torre” facevano onestamente il loro lavoro, con il giusto tocco di modernità). Basta con Biancaneve e i nanerottoli, ne abbiamo già avute due con rispettive regine che rivaleggiavano in cattiveria e guardaroba. Che ci importa di Cenerentola (anche lei come altre principesse in cerca di principe ebbe negli anni 70 la sua versione porno, quando il genere era acclamato perché liberatorio). I giganti, poi: visto “Lo hobbit” credevamo di averne abbastanza per i prossimi dieci anni. E invece rieccoli qui, in un film di Bryan Singer, più noto come mister X-Men. Mangiano roba cruda, si mettono le dita nel naso, hanno vecchie ruggini con gli umani. Manca solo uno sventato contadino che si procuri un sacchetto di fagioli magici, buoni a far da scala tra i due mondi e a rinnovare la rissa. La sua bella finisce tra i bruti, bisogna organizzare una spedizione per il recupero (ne fanno parte Ewan McGregor e Stanley Tucci in uno dei suoi migliori travestimenti). Prima che vi chiediate “ma dove li abbiamo già visti?”: il ruolo da contadinello coraggioso tocca a Nicholas Hoult, il ragazzino con cappello peruviano accanto a Hugh Grant nel film “Un ragazzo”, e soprattutto lo zombie innamorato di “Warm Bodies”. Isabelle rapita dai giganti si chiama Eleanor Tomlinson: in “Educazione siberiana” suonava il pianoforte (e lì sì che abbiamo invocato un gigante che la rapisse). Obbligatorio il tocco fantasy, oltre al 3D. Già a Hollyood gira la battuta: “se non ti riesce bene, prova a farlo in 3D”. “The Host” di Andrew Niccol, altra uscita della settimana pasquale che conterà sulla pioggia per gli incassi, è tratto invece da un romanzo di Stephenie Meyers. Prosciugata la saga “Twilight”, prende a prestito senza ringraziare la trama di “L'invasione degli ultracorpi”, il film di Don Siegel basato sul romanzo di Jack Finney. Alieni chiamati Anime (non è uno scherzo, nell'originale alludevano al pericolo rosso in tempi di guerra fredda) si appropriano dei corpi umani, cancellando i ricordi. Solo l'amore, unito alla cocciutaggine di Saoirse Ronan, li sconfiggerà.