
IL CASO KERENES
Va a finire che un po' li invidiamo. Solo per il cinema, si intende. E per l'esistenza di una Hbo Romania, tv a pagamento che offre i film stranieri sottotitolati e partecipa alle produzioni locali (esiste anche una Hbo in Kossovo, in Moldavia, in Macedonia e nella Bulgaria delle nostre barzellette elettorali). I registi rumeni sono bravissimi, e quando sono loro a firmare gli appelli in difesa dell'eccezione culturale viene voglia di sottoscrivere. I nostri suscitano un po' meno solidarietà. Per i motivi già noti, e altri che ogni giorno collezioniamo. Ad esempio, il duetto di Paolo Sorrentino con Alessandro Piperno sul tema “La grande bellezza”. “Uno dei segni della sopraggiunta maturità artistica è la perdita di interesse per la trama”, sentenzia lo scrittore di “Inseparabili”. “In me la ricerca ossessiva di un plot è quasi evaporata” risponde il regista. Ci fosse stata una scena così nel film, a illustrare le dinamiche dei cenacoli intellettuali, ci saremmo divertiti di più. Avrebbe fatto un figurone anche la battuta: “Vorrei rassicurare Sorrentino. ‘La grande bellezza' non è un film magnifico nonostante i suoi difetti. E' un film magnifico in virtù dei suoi difetti”. Segue elenco: “squilibri, divagazioni, false partenze, volgarità, avanspettacolo, scorciatoie retoriche, sentimentalismo” (neanche noi eravamo riusciti a scovarne tanti, proprio vero che se hai amici non ti servono i nemici). I rumeni invece scrivono storie, rubano quel che possono a Hollywood – non più sul Tevere ma sul Danubio, costa meno e le comparse esenti da palestra e botulino vanno benissimo per i film d'epoca – e non si lamentano per le barriere distributive. I cinema sono pochissimi, ma loro vincono tutti i premi. “Il caso Kerenes” era alla Berlinale, portò a casa l'Orso d'oro. Appartiene al filone finto-neorealista e parlatissimo di “4 mesi, 3 settimane e 2 giorni”, che vinse a Cannes la Palma d'oro e fece conoscere Cristian Mungiu. Finto, perché alla base ci sono sceneggiature e dialoghi precisi al millimetro. “Il caso Kerenes” è ritratto di una mamma ingombrante, impelliciata e ingioiellata, che telefona al figlio con i toni di un'amante. Lui si arrabbia: “Perché non te ne vai a vedere le piramidi, molta gente della tua età lo fa”. Tornerà utile dopo un'incidente stradale, dove muore un bambino povero. La mamma iena si arma di mazzette per risolvere la faccenda.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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