
GIOVANE E BELLA
“Belle de jour” nel 1967 diede scandalo. Vinse un Leone d'oro a Venezia e la censura italiana tagliò dal film di Buñuel la scena dove Séverine ragazzina rifiuta la comunione. Mai che i censori azzecchino una mossa, era un racconto esemplare di perdizione: rifiuti l'ostia da piccola e da grande sarai una donna perduta, tre ore ogni pomeriggio, con uno pseudonimo floreale e un ricco marito che non ti costringe a risparmiare sulle scarpine di Roger Vivier, il Manolo Blahnik dei suoi tempi. Scandalo, che è una cosa seria, non pruriti all'insegna della “cronaca che incalza” (così titola la Gazzetta dello Sport mettendo in parallelo il film di François Ozon con le ragazzine dei Parioli). Pensavamo finora che ogni italiano (maschio) facesse come secondo mestiere il tecnico calcistico. E che ogni italiano (ambosessi, come strillava Tina Pica nel “Segno di Venere” di Dino Risi, all'indirizzo della nipote Sofia Loren che intendeva presentarsi per un posto di lavoro: “tu non sei ambosessi!”) si dilettasse con la critica cinematografica. Finché abbiamo scoperto cosa davvero li attizza (da intendersi ambosessi, anche in questo caso). Filosofeggiare e moraleggiare – anche più volentieri sindacare – su quel che le femmine debbano fare delle loro grazie. Spesso dopo aver molto criticato i preti che predicavano castità e virtù: fagliela sospirare, scambiala con un buon matrimonio, non buttarti via. Ancora più spesso dopo aver proclamato la libertà di lenzuola: sii generosa con chiunque te la chieda, è la rivoluzione. Ogni occasione è buona per stabilire quel che è lecito e quel che non lo è: per una ricarica telefonica no, ma per un gioiello o un bilocale potremmo farci un pensierino? Di occasioni ce ne sono tante, lasciate in pace François Ozon e “Giovane e bella”. Un regista racconta una storia, non fa sociologia: Luis Buñuel alla sola idea vi avrebbe dato in pasto all'Angelo Sterminatore. La diciassettenne che al fidanzatino preferisce i maturi pagatori trovati su internet non rappresenta una tendenza. Neanche la fine della virtù adolescenziale come noi la conosciamo. Neanche c'entrano i social network, si trovava il modo anche prima. E' una bella storia, con una ragazza più interessante delle precarie e delle nevotiche che presidiano i nostri set. Bravissima Marine Vacth (ex modella per Saint Laurent). Perfette le canzoni di Françoise Hardy.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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