300: L'ALBA DI UN IMPERO

Mariarosa Mancuso

    Nostalgia per i pettorali e gli addominali scolpiti dei greci in gonnellino e calzari? Per la drag queen Serse, pelle dorata e catene ornamentali, seminudo e semidio? Per i dialoghi che frullano retorica e kitsch? Rieccoli come nuovi - senza tener conto degli otto anni trascorsi, per tacer delle imitazioni e delle parodie - nel bis di “300” (l'originale era diretto da Zach Snyder, e tratto dalla graphic novel di Frank Miller: più che un adattamento, un'animazione tridimensionale della Sparta palestrata, rivista in chiave pop). Di sequel a rigore non si può parlare, Leonida e i suoi trecento spartani erano morti combattendo alle Termopili contro l'esercito persiano. “L'alba di un impero” racconta una storia parallela: l'ateniese Temistocle cerca di unire le città stato greche contro il comune nemico, e decide la battaglia navale (l'oracolo aveva sentenziato “mura di legno”, i più pensavano di barricarsi per difendersi, il guerriero pensò alle fiancate delle navi). Sul set non si è vista una goccia d'acqua, e neppure di sangue finto. Gli attori recitavano, più spesso si scannavano all'asciutto, sugli sfondi e i pavimenti verdi che fanno da tavolozza, poi gli addetti alla computer graphic possano scogli, onde, teste mozzate e squartamenti. Paesaggi ocra per quel poco di Grecia che serve, nerofumo per i guerrieri persiani che fortunatamente non seguono il dress code del semidio in mutande con rinforzo ad ananas, da macho dei Chippendales. L'asso nella manica è Artemisia, pupilla del defunto re Dario (la preferiva al figlio imbambolato Serse, sostiene Frank Miller: sarà lei a levargli la freccia fatale scoccata da Temistocle, lui neppure ci pensa). Appare Eva Green dagli occhi fiammeggianti odio: nasce greca, si vede sterminare la famiglia, passa ai persiani che invece di un sobrio peplo le forniscono completini sado-maso. Vittoria e vendetta sono le sue parole d'ordine, e tra una battaglia e l'altra non resta insensibile alle virtù guerriere (e ai pettorali) del nemico. I fan già sognano un montaggio alternato tra il primo e il secondo film, Spartani alle Termopili e resto della Grecia – molti contadini, il poeta Eschilo, figli che risolvono l'Edipo arruolandosi contro la volontà del genitore – a Capo Artemisio e a Salamina. Quattro ore di massacri, con abuso di rallentatore. Sempre spettacolari, ma nel bis va perso l'effetto novità.