
L'IMPOSTORE
I truffatori di “American Hustle” lo fanno per denaro. Un po' anche per inventarsi una nuova personalità (da Lady britannica, nel caso di Amy Adams) e per il brivido che l'approfittarsi della credulità altrui procura, a loro e a noi che leggiamo queste storie nei libri o le vediamo al cinema. Fredéric Bourdin, ritratto in un lungo articolo di David Grann apparso sul New Yorker con il titolo “The Chameleon”, non era interessato ai soldi. Voleva un'infanzia migliore di quella che gli era toccata in sorte, figlio illegittimo di una francese e di un arabo. E' lui a spiegarlo, potrebbe essere l'ennesima bugia. Ma la storia resta affascinante: dai registri dell'Interpol risulta aver assunto centinaia di false identità, perlopiù di ragazzini. Faceva credere di essere stato rapito e trovava rifugio negli istituti (il che basta a convincerci che i suoi primi anni davvero furono un inferno, tra madre alcolizzata, nonno razzista, vicino molestatore). La truffa più spettacolare risale al 1997. A Linares, in Spagna, si spacciò per Nicholas Barclay, un ragazzino texano sparito da casa tre anni prima. Aveva 23 anni, lo scomparso ne aveva sedici. Era bruno con gli occhi scuri, Nicholas era biondo e con gli occhi azzurri. I tatuaggi però corrispondevano (nelle schede c'è la voce “segni particolari”, se li era fatti riprodurre per l'occasione). La storia, se non fosse sorretta da documenti ufficiali, sarebbe incredibile. Un tatuaggio fresco di giornata non ha lo stesso aspetto di un tatuaggio vecchio di tre anni. Eppure la sorella – la madre non se la sentiva di volare – lo riconobbe e lo riportò in famiglia. E' solo l'inizio di una vicenda che tra agnizioni e sospetti ricorda “Il ritorno di Martin Guerre” e il remake americano “Somersby”, con Jodie Forster e Richard Gere: ma si era nel 1500, non esistevano le fotografie. Oppure “lo smemorato di Collegno”, in cui Giulia Canella riconobbe il marito disperso durante la prima guerra mondiale (lo riaccolse in casa e ebbe con lui tre figli, dopo anni di processi e ricorsi risultò chiaro che lo sconosciuto era il truffatore Mario Bruneri). Diretto dall'inglese Bart Layton, “L'impostore” è uno spiazzante docu-thriller su un Peter Pan che nel frattempo si è sposato ed è padre di tre figli. Ora nelle sale, da aprile in dvd nella collana Feltrinelli Real Video.


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