STORIA DI UNA LADRA DI LIBRI

Mariarosa Mancuso

    L'accoppiata tra libri e cinema – non nel senso degli adattamenti, nel senso dei film che caldeggiano la lettura – funziona secondo il modello che applicato alla tv si chiama “Pane quotidiano”, officiante Concita De Gregorio. I libri elevano, migliorano, educano, insegnano le virtù civili, il pacifismo e la tolleranza. L'umanità leggente si autodichiara superiore all'umanità non leggente e non perde occasione per ricordarlo. Sorvolando sulla diagnosi di Carlo Fruttero in “Mutandine di chiffon”: “Leggere è una passione esclusiva, come il gioco e il terrorismo”. I libri uniti all'Olocausto producono in questo film una mistura micidiale, che il regista Brian Percival -  premiato con Emmy e Bafta per gli episodi di “Downton Abbey” – somministra agli spettatori, forte di un best seller tradotto in trenta paesi. Lo ha scritto Markus Zusak, figlio una tedesca e di un austriaco emigrati in Australia negli anni 50, esce da Sperling & Kupfer con il titolo “La bambina che salvava i libri”. Lettori e spettatori hanno già pronti i fazzoletti dopo aver letto le parole chiave del riassunto: bambina bionda, madre costretta a separarsi dai figli, famiglia adottiva tedesca che pare burbera e nazista ma nasconde in cantina un ebreo sfuggito ai rastrellamenti, grande lavagna abbecedario, primo libro letto il manuale del becchino (caduto per terra e prontamente intascato dalla bimba durante la sepoltura del fratello). Gli altri libri Liesel, che nel frattempo ha imparato a leggere, li ruba tra lo stupore dell'amichetto Rudy che preferirebbe qualche patata e un po' di carne sottratta alla dispensa del borgomastro. Altro applauso con singhiozzo dello spettatore complice: “brava, nutrire lo spirito prima del corpo, è così che si combattono le dittature, muovendo guerra all'incultura” (è più o meno il sunto delle recensioni lette finora, al più si concede che il film sia didascalico, ma se devi mandare messaggi non è un difetto). Nonostante la notte dei cristalli e il rogo dei volumi proibiti dal regime – occasione per Liesel di un altro furto – “Storia di una ladra di libri” ha l'andamento di una favola. Come voce narrante, tanto per accrescere il numero di messaggi, la Morte che dalla prima scena avverte: “toccherà anche a voi, fatevi trovare preparati”. “Una morte umanizzata e curiosa degli umani”, sostengono i fan del romanzo. Al cinema risulta solo macabra.