IL CENTENARIO CHE SALTO' DALLA FINESTRA E SCOMPARVE

Mariarosa Mancuso

    A centenario risponde centenaria, ormai è un format da posti alti delle classifiche librarie (in Italia sempre più deprimenti, rivogliamo Dan Brown e “Il Codice da Vinci”). Da Rizzoli esce “La cuoca di Himmler”, firmato dal francese Franz-Olivier Giesbert. Rose ha un ristorante a Marsiglia e una lunga vita nel secolo breve: genocidio armeno, guerra, olocausto, maoismo, rivoluzione culturale, incontri con Simone De Beauvoir e altri mandarini, pranzi preparati per i gerarchi nazisti, una Glock 17 sempre a portata di mano. La cuoca Rose e Allan - lo svedese centenario che scapppa dall'ospizio (il film è tratto dal bestseller di Jonas Jonasson edito da Bompiani, in copertina un vecchietto con pigiamone rosa e dinamite nel taschino) - devono essersi incontrati da qualche parte. Anche lui ha attraversato il secolo trovandosi sempre là dove succedevano le cose, a fianco dei dittatori o nel laboratorio dove Oppenheimer lavorava alla bomba atomica. Ci deve essere stato almeno un breve incontro tra Rose e Allan: sufficiente per concepire Forrest Gump, che viaggerà nella storia nella storia americana con la convinzione che “la vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita” (da vedere, su vimeo, i titoli del film di Robert Zemekis rifatti “alla maniera di Wes Anderson”) Il centenario sostiene che “La vita è quello che è, e sarà quel che sarà”. La centenaria odia i lagnosi, e crede “nell'amore, nelle risate e nella vendetta” (la Glock 17 non era lì per caso). Ci sarebbe un'altra discendenza per Forrest Gump, nel libro e nel film campione d'incassi in Svezia (sta per battere il record di “Uomini che odiano le donne”, versione indigena): Allen finisce in un gulag con il fratello idiota di Alfred Einstein. In vestaglia e pantofole, Allan salta dalla finestra (al primo piano, ma si capisce solo quando l'inquadratura si allarga) e atterra sulle aiuole fiorite. Cerca un vecchio amico, accetta di custodire una valigia alla stazione dell'autobus, se ne va via con la valigia. Per sbaglio: ancora non sa che dentro ci sono 50 milioni di corone. Titolo alternativo: “In fuga con l'elefante”. Pessima mossa per passare inosservati.