
THE JUDGE
Era tanto che Robert Downey jr non accettava ruoli drammatici. L’ultimo, nel “Solista” diretto da Joe Wright, anno 2009.
Era tanto che Robert Downey jr non accettava ruoli drammatici. L’ultimo, nel “Solista” diretto da Joe Wright, anno 2009: cercava di togliere dalla strada un violinista schizofrenico, e la miscela tra talento musicale, follia, barbonaggine, giornalista che in cerca della gloria si imbatte in una giusta causa non era riuscita benissimo. Anche a non pensare che i ruoli comici e supereroici valgano meno degli altri, un po’ di curiosità rimaneva. Era tanto che a ogni film con Robert Duvall si diceva in automatico “il grande Robert Duvall” (vero, verissimo, per carità, ma bisogna riconoscere che l’attore ha ormai una faccia splendidamente scolpita dalle rughe, basta da sola per imporsi sullo schermo). Quando il film comincia, Robert Downey jr ha ancora addosso la boria del suo Tony Stark - Iron Man: è un avvocato di successo che a Chicago difende i colpevoli perché “gli innocenti non possono permettersi la mia parcella” (a proposito di avvocati, rimarchevole anche il difensore del sospetto uxoricida Ben Affleck in “Gone Girl – L’amore bugiardo” di David Fincher, bellissimo film che una distribuzione dissennata vi farà attendere fino al 18 dicembre: per allenare il cliente all’interrogatorio, lo bersaglia con orsetti gommosi ogni volta che sbaglia). E Robert Duvall lo contrasta solo con lo sguardo, fisso e amareggiato. Del resto fa il giudice in un paesello dell’Indiana, gli è appena morta la moglie, con il figlio avvocato d’assalto non si vedevano da una ventina d’anni. Sembrano appartenere a due film diversi, servirà un po’ di tempo per entrare in sintonia. Ma le scintille che attendiamo dall’incontro tra i due talenti proprio non arrivano. Colpa di una trama che accumula il ritorno al paese, l’incontro con la fidanzatina del liceo Vera Farmiga, il senso di colpa per un fratello giocatore di baseball con la carriera rovinata da un incidente in macchina (guidava il futuro avvocato, allora scapestrato e ubriaco). Ricco contorno per il piatto forte: il padre, uscito nella notte per comprare la birra, ha investito un criminale appena uscito di prigione. Omicidio premeditato o colposo? Solo il figlio lo può levar dai guai, ma l’integerrimo giudice nicchia.


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