
The walk
Originale il punto di osservazione: la fiaccola in mano alla Statua della Libertà. Da lassù Joseph Gordon-Levitt con il maglione nero racconta il colpaccio. Tornando indietro a quando, diciottenne, Philippe Petit ebbe un mal di denti.
Originale il punto di osservazione: la fiaccola in mano alla Statua della Libertà. Da lassù Joseph Gordon-Levitt con il maglione nero racconta il colpaccio. Tornando indietro a quando, diciottenne, Philippe Petit ebbe un mal di denti. Nell’anticamera del dentista vide per la prima volta le Twin Towers, ancora in fase di progetto, e fu preso dalla smania di tirare un cavo d’acciaio tra gli edifici, per camminarci sopra armato di bilanciere. Pensaci oggi e pensaci domani, nel frattempo prendeva lezioni di funambolismo e nel 1971 si esercitò passeggiando sul filo teso tra i campanili di Notre Dame. Per mantenersi, faceva il giocoliere nelle piazze parigine (da scuola lo avevano espulso per aver borseggiato gli insegnanti e manipolato carte da gioco). Un punto di osservazione fa spettacolo, ma non sostituisce il punto di vista necessario per raccontare bene una storia vera quanto stupefacente. Qui sta la debolezza del film, che rimane un passo indietro – nonostante i soldi spesi e gli effetti speciali generosamente sciorinati – rispetto al magnifico documentario di James Marsh “Man on Wire” (premiato con l’Oscar, si trova in DVD nella collana Feltrinelli Real Cinema). Le vertigini abbondano, quando la macchina da presa si tuffa da 400 metri d’altezza fino al suolo, e il 3D non conforta gli spettatori con l’horror vacui. Prospettiva solo cinematografica, quando era lassù Philippe Petit guardò le nuvole, un gabbiano, un aereo in transito, i poliziotti che cercavano di convincerlo a rientrare tendendogli le mani (racconta tutto in “Toccare le nuvole”, Ponte alle Grazie). A impresa terminata - 45 minuti, andando otto volte avanti e indietro, sdraiandosi, inchinandosi, con un piede ferito da un chiodo e una notte in bianco alle spalle - fu arrestato e condannato a fare il giocoliere nei parchi pubblici. Prima della passeggiata che il 7 agosto 1974 tenne i passanti con il naso all’insù e rese simpatiche le Torri Gemelle (fino al giorno prima considerate il simbolo del capitalismo rapace), Zemeckis si diletta con atmosfere da favola. La sua Francia sembra un fumetto, da un momento all’altro ci aspettiamo che sbuchi Tintin con il suo cagnetto, e finisce per far sembrare un fumetto anche la faticosissima preparazione del colpo: mezza tonnellata di materiale da portare dove serviva, eludendo la sorveglianza.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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