LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT
Pop e contemporaneo, non si potrebbe volere di più (troviamo, per esempio, un simil-Banksy graffito sul muro di periferia, dopo che il bandito con la felpa audacemente ha strappato un bancomat dal muro della banca). “Lo chiamavano Jeeg Robot” ha una trama che regge, un’ambientazione che cancella il fascino pasoliniano della borgata, un bel cast di attori con ruoli da interpretare (anche ingrassando qualche decina di chili o conciandosi con una giacca di paillettes, i tacchetti, la collana sul torace nudo, c’è da cantare una cover di Anna Oxa, “Un’emozione da poco”). Abbiamo – incredibile – una ragazza per cui fare il tifo. Non un’architetta o un’attrice che “le fanno male i capelli” e a qualsiasi domanda risponde pronta “il mio modello è Anna Magnani”. Una che guarda solo i cartoni animati giapponesi con Jeeg Robot, e attraverso quelle storie legge il mondo. C’è il bene, c’è il male, se capita qualcosa di brutto arriva l’eroe per salvarti, meglio che ti fai trovare pronta con un vestito da principessa. Si chiama Ilenia Pastorelli, viene dal Grande Fratello12 – e ricorda che gli attori da Centro Sperimentale si riconoscono subito per la dizione che ammazza la credibilità. Classe 1976, Gabriele Mainetti ha girato (e scritto, con Nicola Guaglianone e Roberto Marchionne in arte Menotti) un film stupefacente. In anteprima alla Festa di Roma, vale come migliore esordio italiano da parecchi anni a questa parte, esportabile all’istante. Per apprezzarlo basta la complicità dello spettatore che si diverte e si appassiona ai personaggi. Come il solitario Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria, appunto), piccolo criminale di borgata che fuggendo dopo un furto finisce nel Tevere, tra bidoni gialli di schifosa roba radioattiva. Ne esce con i superpoteri, e ci crediamo perché il personaggio è ben costruito – giubbotto, appartamento squallido, nella busta della spesa solo dvd porno e budini alla vaniglia – e perché nessuno ha scritto nella sceneggiatura sciocchezze come “ma guarda, sono diventato fortissimo!”. Lo scopriamo guardando le immagini, dopotutto siamo al cinema e non alla radio. Grandioso anche lo psicopatico di Luca Marinelli, alias lo Zingaro. Vive nel ricordo di una partecipazione a Buona Domenica, e ora vuole il suo video virale su YouTube, mentre traffica con una banda di napoletani guidata da una zoppa.
Politicamente corretto e panettone