SNOWDEN
di Oliver Stone, con Joseph Gordon-Levitt, Melissa Leo, Shailene Woodley, Zachary Quinto
Non richiesta – ma serve come piena confessione di qualcosa che sta tra il totale disinteresse e la cecità critica – dichiariamo la nostra posizione sulle intercettazioni, siano esse dilettantesche, giudiziarie o di stato. Tutti abbiamo qualcosa da nascondere, neanche ci sarebbe bisogno di ribadirlo (lo facciamo solo perché qualche spiritoso ogni tanto tira fuori lo slogan “intercettateci tutti”, poi fa la doccia con il cellulare implasticato per non rischiare il divorzio). E’ bello ed è giusto che sia così: la trasparenza totale equivale alla dittatura. Siamo però del tutto tranquilli di fronte alle intercettazioni da Grande Fratello, o “pesca a strascico” che serve a raccogliere dati contro la minaccia terrorista. Se tutti siamo spiati, è come se nessuno fosse spiato, la situazione torna a zero. E bisogna prevedere un numero spropositato di analisti, per leggere la spropositata quantità di dati raccolti: molto probabile che non siano granché interessati a cosa abbiamo fatto sabato sera. Si spiava comunque benissimo anche nella Germania dell’est, senza bisogno di Big Data: bastavano mariti, mogli, vicini di pianerottolo (che secondo Jonathan Franzen – è la tesi che governa “Purity” – oggi sono ben sostituiti dai social media). Oliver Stone vuole convincerci che dietro i nostri computer o smartphone c’è un occhio umano che ci osserva e prende nota di tutto, come il ricercatore svedese osservava il casalingo norvegese nel film “Kitchen Stories” di Bent Hamer. Perfetto per turbare le menti di chi crede alle scie chimiche e alle fandonie che Oliver Stone (amico di Fidel Castro e di Hugo Chávez) spaccia per contro-informazione. Per il ritratto di Edward Snowden – l’ex dipendente della Cia (e poi genietto informatico di un’azienda privata che lavorava per la Nsa) che assieme ai giornalisti del Guardian svelò i programmi di sorveglianza – ha pagato un milione di dollari “Time of the Octopus” di Anatoly Kucherena (fornisce la cifra l’altro spione Julian Assange). Ovvero: l’avvocato russo che difende (a suo dire gratuitamente) Edward Snowden. Fa da contraltare – non tantissimo – “Snowden” di Luke Harding, in uscita da Newton Compton.
Politicamente corretto e panettone