SPLIT
di M. Night Shyamalan, con James McAvoy, Anya Taylor-Joy, Jessica Sula, Haley Lu Richardson, Betty Buckley
Psichiatri da ridere ne abbiamo visti. Mai come la dottoressa Karen di “Split”. Capelli bianchi e voce dolce, riceve il paziente modaiolo (sciarpetta e un delirio sugli accostamenti, manca solo il “ceruleo” del “Diavolo veste Prada”). Poi spiega le “personalità multiple” a un congresso di scienziati che i rudimenti in materia li dovrebbero avere. Ne sapevamo di più noi, per aver visto “Identità” di James Mangold e “United States of Tara”, la serie tv firmata Diablo Cody (da un’idea di Steven Spielberg). La dottoressa spiega che le personalità hanno caratteristiche fisiche diverse: il bambino ha le braccine, l’adulto killer le mani che strangolano, una personalità può avere il diabete e l’altra personalità no. Per un po’ riusciamo a sospendere l’incredulità, quando arriva la dottoressa lo spettatore comincia a pensare “non ci credo neppure se tutte e 26 le personalità arrivano da me con la cartella clinica”. Ricominciamo a crederci più avanti, quando il regista di “Il sesto senso” – in caduta libera da “Unbreakable”, il suo secondo film uscito nel 2000 – mostra 23 spazzolini da denti in un bicchiere (ormai è troppo tardi, ma già che siamo ancora lì conviene aspettare il finale). Spazzolini separati, vestiti ordinati sullo standino – ci sarà una personalità guardarobiera che li sistema, laggiù nel tugurio? – e tre ragazze rapite nella prima scena.
Dal maniaco, ovvero la personalità in tuta da operaio: punire le ragazze non è quasi mai un lavoro pulito. Tranquilli, le 23 personalità non si vedono tutte (se no il film durerebbe cinque ore). Le nove utili alla trama del film le recita tutte James McAvoy, strepitoso attore che avrebbe toni anche più quieti e ugualmente efficaci. Cambia voce, toni, mosse, espressioni, mentre la dottoressa insiste: “Convinci le altre tue personalità a farsi vedere da uno bravo”. Leonardo DiCaprio farà meglio, o almeno lo speriamo: il suo schizofrenico dalla personalità multipla si chiama Billy Milligan. Lo stesso serial killer – raccontato in “Una stanza piena di gente” (Edizioni Nord) da Daniel Keyes “con l’aiuto della personalità più adulta e matura” – ha ispirato M. Night Shyamalan.
Politicamente corretto e panettone