THE GREAT WALL
un film di Zhang Yimou, con Matt Damon, Tian Jin, Pedro Pascal, Willem Dafoe
Un trailer minaccioso annuncia l’ultimo film del regista celebrato per “Lanterne rosse”: “A che servivano gli ottomila chilometri della Grande Muraglia? Cosa cercavano di tenere fuori?”. Non vale rispondere i barbari o i nomadi, mica siamo a scuola. La storia – con la “s” più che minuscola – è firmata da Max Brooks, figlio di Mel Brooks e Anne Bancroft (suo anche “World War Z-La guerra mondiale degli zombie”). Zhang Yimou aveva girato “Hero” e “La foresta dei pugnali volanti”, già qualche spettatore si era dato alla fuga vedendo i guerrieri giravoltare a mezz’aria tagliando le gocce d’acqua con la spada. In “The Great Wall” i motivi per fuggire dopo le prime scene sarebbero molti di più (lì almeno c’era la tradizione wuxia, cappa e spada cinese). Alternativa: rilassarsi e metterla sul ridere, le occasioni non mancano. Succede che il mercenario Matt Damon, assieme a un compagno altrettanto spregiudicato, cerchi di rubare la polvere nera, (o polvere da sparo, i cinesi la conoscevano dall’anno mille, qui siamo sotto la dinastia Song durata fino al 1300). Arrivano in vista della Grande Muraglia, vengono catturati dall’esercito dei Senzanome. I guerrieri avrebbero altro da fare, in verità: ogni sessant’anni misteriose e fameliche creature assaltano la Muraglia. Già basterebbe. Aggiungete che i mostri sembrano avere un ideogramma stampato sul capoccione. E che Matt Damon incontra una bella e sprezzante guerriera: “Voi occidentali combattete per i soldi, noi per la Cina”. Lo sfida al bungee jumping (reggono le corde altre soldatesse). Ne esce un dibattito sulla fiducia assurdo come un gioco di ruolo, ti lasci cadere all’indietro contando sul partner che ti afferra. Il nostro capisce che ci sono cose più importanti del denaro, e che l’acrobazia serve per calare i guerrieri giù dalla muraglia, così scagliano la lancia contro il mostro e vengono ritirati su si spera interi. Matt Damon taglia subito lo zampetto a una creatura, poi cattura un mostro vivo. Un occidentale riesce a fare quel che non era riuscito a orde di cinesi. Se poi gli asiatici si incazzano, e spernacchiano l’idea dell’uomo bianco che salva gli uomini gialli, mica hanno tutti i torti.
Politicamente corretto e panettone