Insospettabili sospetti
di Zach Braff, con Michael Caine, Alan Arkin, Morgan Freeman, Ann-Margret
La rapina dei vecchietti, aggiornata con la crisi delle banche. “Going in Style” anno 1979 – regista Martin Brest, titolo italiano “Vivere alla grande” – raccontava tre vecchietti che assaltavano una banca per noia, stufi di cazzeggiare al giardinetto tra bambini molesti. Questo “Going in Style” – titolo italiano, vabbé, si sono messi d’impegno per tenere lontani gli spettatori – scomoda Bertolt Brecht: “È più criminale fondare una banca che rapinarla”. Michael Caine rischia di perdere la casa dove vive con figlia e nipote, l’azienda in liquidazione non paga più le pensioni. Per un tocco di teatro dell’assurdo, tra i produttori del film compare Steven Mnuchin, segretario al tesoro nominato da Donald Trump. Dopo la crisi del 2008, molto prima del “più grande taglio di tasse della storia”, fece grandi affari comprando banche fallite per troppi mutui subprime. Il retroscena è più interessante del film, che procede secondo l’annoso copione: anziani brontoloni che decidono per una botta di vita, tanto hanno poco da perdere. Fanno il bene che possono fare, si cavano le soddisfazioni che non si sono mai tolte, tutto finisce senza che nessuno si faccia male. Si facevano male invece Art Carney, George Burns e Lee Strasberg fondatore dell’Actors Studio: erano loro, strepitosi, gli anziani dell’originale, nasi finti e baffi da Groucho Marx per non farsi riconoscere. L’annoso copione prevede che un vecchietto troverà la fidanzata: una capace di tendergli agguati al supermercato dove fa la commessa (galeotte furono le melanzane, e “preferisci il petto o la coscia?”, aiuto!). L’annoso copione ha fatto coniare al Guardian la categoria “Michael Caine percepito”. Compare così spesso tra gli attori nei film con i “grumpy old men” (anche Paolo Sorrentino lo ha scelto per “Youth”), che quando non c’è sembra di vederlo. Vale lo stesso per Morgan Freeman, che nel genere “ultime occasioni” aveva in curriculum “Non è mai troppo tardi” e “Last Vegas”. Nel 2004 Zach Braff aveva scritto, diretto e recitato con Natalie Portman “La mia vita a Garden State”: il giovanotto tornato al paesello per il funerale della mamma era riuscito molto meglio.
Effetto nostalgia
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