Star Wars: gli ultimi Jedi
di Rian Rohnson, con Oscar Isaacs, Laura Dern, Carrie Fischer, Daisy Ridley, Mark Hamill
La saga iniziata nel 1977 cominciava a mostrare qualche crepa. Di indecisione. Bisogna coccolare i cultori della materia che all’annuncio del titolo – l’ambiguo “Last Jedi” – si sono lanciati in dispute filologiche per capire se l’ultimo Jedi era uno o erano tanti? Oppure servono segnali di rottura? (se non per amor di novità, almeno per tenere alti gli incassi). Teniamo i personaggi di George Lucas, teniamo le spade laser, teniamo “La forza sia con voi”, ma prima o poi servirà un passaggio di consegne. Non solo teorico: Carrie Fischer alias principessa Leia è morta l’anno scorso, dopo aver girato le scene di questo film – in segno di rispetto non hanno tagliato neppure un fotogramma. Sono andati a pescare il regista Rian Johnson nel vivaio del Sundance, che significa cinema indipendente (aveva quattro anni quando uscì il primo “guerre stellari”, troppo giovane per ricordare come icona erotica il bikini dorato della principessa Leila – allora si chiamava così – prigioniera del mostro bavoso con la panza a pieghe). Ha al suo attivo un bel film d’esordio intitolato “Brick - Dose mortale” e la capocciata contro il muro “Looper”: è cosa nota e universalmente riconosciuta che a parte “Ritorno al futuro” – capace di buttarla sul ridere – il film sui viaggi nel tempo riescono una schifezza. Prima mossa nell’universo di “Star Wars”, altra craniata. Nel copione Luke Skywalker è uno Jedi rassegnato, vive su un isola con animaletti carini dagli occhi grandi e una specie di mostro di Loch Ness da mungere. Mark Hamill che lo doveva interpretare disse “i cavalieri Jedi non rinunciano e non si rassegnano mai”. Poi si deve essere convinto: nel film lo vediamo sull’isola, rassegnatissimo, mentre pesca enormi marlin e la bella guerriera Rey gli allunga la spada laser. Laura Dern è la nuova comandante della Resistenza, vedi alla voce “le donne comandano con dolcezza e riccioli lilla con sfumature rosa”. Il cattivo Kylo Ren (Adam Driver) ha qualche cedimento, ma sappiamo che in “Guerre Stellari” tra il bene il male c’è una porta girevole. Meno noioso del “Risveglio della Forza”, ma qualche sbadiglio scappa lo stesso.