50 PRIMAVERE
Un film di Blandine Lenoir, con Agnès Jaoui, Thibault de Montalembert, Pascale Arbillot, Sarah Suco
E’ piaciuto tanto alla tenutaria del sito Lumière du Karma, che propone – in ordine sparso – coaching olistico, lettura del libro della vita (premio spudoratezza 2017, per il 2018 sono aperte le iscrizioni), costellazioni familiari (per una descrizione scanzonata e irrispettosa della pratica, rivolgersi al romanzo di Rosa Matteucci con lo stesso titolo). Spiegazione: “50 primavere” non obbliga a ridere quando si dovrebbe piangere, basta per riconoscere al film e alla regista virtù terapeutiche. Detto altrimenti: Film autocoscienza. Film anti-scalmane (“vanno sulla luna e non riescono a trovare un rimando”). Film sulle figlie che restano incinte troppo giovani. Film sui mariti che dopo vent’anni ti cambiano con un modello nuovo. Film sugli ex corteggiatori del liceo che quando li incontri a distanza di decenni non si fanno avanti con la passione che la futura nonna vorrebbe (intanto ha ricuperato sulla bancarella un lettore di cassette per riascoltare le compilation che furono. Film da vedere con le amiche afflitte dagli stessi problemi – va aggiunto alla lista un nuovo capo giovane, che al ristorante dove lavori come cameriera vuol fare le cose a modo suo – e tornare a casa dal cinema pensando “allora non capita solo a me”. Film da vendere in farmacia senza bisogno di ricetta medica, basta dichiarasi cinquantenni. Va benissimo, per carità. Sotto il profilo “personal coaching” non ci sono controindicazioni (tranne il rischio di uscire dal cinema più depresse che all’entrata, fidandosi del genere “commedia”). Sotto il profilo “cinema” ce ne sono parecchie, quasi tutte compensate dalla bravura di Agnès Jaoui, la regista (e attrice, e sceneggiatrice con Jean-Pierre Bacri) di “Il gusto degli altri” e di “Così fan tutti” (per molti anni hanno fatto coppia anche nella vita con baci, ora si sono separati). Solo lei poteva reggere la scena ambientata nel ristorante con i camerieri canterini. Lasciano giù il piatto e intonano una romanza, impedendo la conversazione. Non l’ideale per una cena tra due che hanno 30 anni di chiacchiere arretrate. Risolvono a sguardi, solo un’attrice strepitosamente brava poteva farcela.
Effetto nostalgia