The party
di Sally Potter, con Kristin Scott Thomas, Timothy Spall, Cillian Murphy, Bruno Ganz, Patricia Clarkson
Che delizia i film che cominciano con una pistola puntata contro lo spettatore. In realtà, contro l’ultimo ospite, che arriva con colpevole ritardo – il film svela perché – alla festa organizzata da Kristin Scott Thomas per festeggiare la carica di ministro della Salute nel governo ombra laburista. L’Inghilterra, oggi, ma Brexit c’entra poco e niente. E’ solo un vizio delle conferenze stampa: non sapendo cosa domandare in materia di cinema, la si butta in politica per ricavarne almeno un titolo. Bisogna dire che Sally Potter, l’anno scorso alla Berlinale, è stata astutissima: ha detto “Brexit” ai britannici e ha detto agli italiani “crisi della sinistra”, tutti sono tornati a casa contenti. Tornerà a casa felice lo spettatore, dopo settanta minuti tesissimi e spassosi - sappiamo che la pistola sparerà, anche se all’inizio tutto sembra tranquillo. A parte la leggera ansia che assale la padrona di casa prima che gli ospiti suonino alla porta. Il marito (Timothy Spall, le guance più cadenti del cinema) pare tranquillo. L’amica arriva con il marito tedesco (Bruno Ganz), giacchetta alla coreana e marasma New Age, con rari momenti di lucidità tra i consigli prodigati a chi non li chiede: “Gratta un seguace dell’aromaterapia, troverai un nazista”. Una collega del marito (che continua a farsi i fatti propri) insegna “Politiche di genere nel romanzo utopico americano”. Lesbica, esibisce la compagna-trofeo: molto più giovane e incinta di ben tre gemelli (lo spettatore si chiede cosa ne faranno, se dovessero uscire tutti maschi). Il modello è “Carnage”, che ricordiamo come film di Roman Polanski – un altro che con Woody Allen rischia di sparire dalla storia del cinema – ma deve tutta la sua originaria perfidia a Yasmina Reza, spettacolare firma del teatro francese (e non solo, basta leggere “Felici i felici”, Adelphi). Sally Potter ha smesso di sperimentare, scrive e dirige un classico intreccio di segreti e bugie: tutto in un salotto, in tempo quasi reale, con magnifici attori, in bianco e nero perché costa meno. Ipocrisie, piccolezze umane e perfidie non pesano sul budget, quindi ce ne sono in abbondanza.
Politicamente corretto e panettone