Tutti pazzi a Tel Aviv
La recensione del film di Sameh Zoabi, con Kais Nashif, Lubna Azabal, Yaniv Biton, Nadim Sawalha
Uno spasso vero, dalla prima all’ultima scena. Detto tra noi che abbiamo un debole per la commedia, una risposta intelligente a film come “Sarah & Saleem - Là dove nulla è possibile” di Muayad Alayan: è possibile parlare di confini e di conflitti senza punire lo spettatore con un film didattico. Da uguali blocchi di partenza: Sameh Zoabi è palestinese, ha fatto l’università a Tel Aviv e un master alla Columbia. “Tel Aviv brucia” è il titolo di una soap opera che si gira a Ramallah, il trentenne Salam fa l’assistente di produzione. Più per la parentela con il produttore che per meriti. Vive a Gerusalemme, parla bene l’ebraico e, come compito speciale, deve correggere la pronuncia della prima attrice, che è francese e non sa l’ebraico.
erché una soap palestinese bada alla corretta pronuncia dell’ebraico? Perché la trama prevede che la prima attrice sia una spia. Con il falso nome di Rachel Ashkenazi (ebbene sì) ha una missione da compiere: sedurre il generale israeliano Yehuda, usando come copertura un ristorante francese a Tel Aviv. A questo punto, e il film è appena iniziato, abbiamo già riso per l’estetica della soap, ambientata nel 1967.
I colori sono esagerati quanto la recitazione, la scrittura ha svolte e toni da melodramma. “Sei una bomba”, dice il generale alla finta Rachel (vestita con eleganza parigina, o almeno quel che in medio oriente viene considerata eleganza parigina). Salam si oppone, la battuta non va bene: in un contesto esplosivo, la parola bomba va evitata, non è un complimento adatto a una signora. Va molto al di là dei suoi compiti, mandando su tutte le furie la sceneggiatrice, ma l’obiezione è accolta.
In questo contesto da “Pallottole su Broadway” di Woody Allen – il gangster che trova le battute mosce, “i criminali non parlano così” – entra Assi, il comandante del posto di blocco che Salam attraversa due volte al giorno. Scopriamo che in Israele le soap arabe sono popolarissime, la moglie di Assi non guarda altro. “Faccio lo sceneggiatore”, si vanta Salam con la ragazza dei suoi sogni (adesso, prima l’aveva lasciata per futili motivi). Risposta: “Ma se non riesci a stare seduto per cinque minuti”.