Il colpo del cane

La recensione del film di Fulvio Risuleo, con Edoardo Pesce, Silvia D’Amico, Daphne Scoccia, Anna Bonaiuto

Mariarosa Mancuso

Ogni tanto qualcuno ci prova, a fare un film. Per “film” intendiamo qualcosa di non finalizzato soltanto all’esibizione del proprio narcisismo. Qualcosa che potrebbe interessare gli spettatori, giustificando l’obolo richiesto. Qualcosa magari non travolgente, magari non imperdibile, ma sufficiente da poter dire agli amici: “l’altra sera ho visto un film italiano, non era male”. Qualcosa che non sia la solita vita da sfigati spiattellata sullo schermo senza ordine né logica. Bensì una vita da sfigati smontata e rimontata per risultare sullo schermo interessante e curiosa.

 

“Il colpo del cane” comincia con due dogsitter, fidanzate tra loro ma non è un proclama: serve perché nessuna delle due quando passa un guaio abbia sottomano un robusto fidanzato per cavarsi d’impiccio. Le ragazze fanno le dogsitter, in carico hanno un viziatissimo bulldog francese per il fine settimana (serve per dare unità di tempo e d’azione, basta pochissimo per fare i compiti a casa assegnati dalla scuola di sceneggiatura). Passeggiata al parco, il bulldog in tutina rosa con le righe attira l’attenzione di un giovanotto che, combinazione, possiede una bulldog francese in calore, e dice di fare il veterinario. Combinano l’affare, già abbastanza confuso, di quelli che lo spettatore capisce subito “le sceme si metteranno nei pasticci” (anche questo aiuta, vuol dire che delle due fanciulle ci importa qualcosa). “La gente pensa solo ai soldi” commentano, pensando con orrore ai cuccioli che saranno venduti. Di lì a mezz’ora contrattano sul prezzo, e non si accorgono che il sedicente medico dei cani – tale dottor Mopsi, atroci capelli a tendina – ha scritto “veterinaio” sul biglietto da visita. Stacco su un interno familiare, mamma e due figli, che progettano di vendere il loculo di mamma al Verano (si potrebbe “stringere nella tomba di papà”) per ricavarne qualche soldo. Il ritmo non è scatenato, le idee ci sono, con le battute la malinconia e per una volta il tema “tutti scrivono romanzi” è svolto in maniera sensata, oltre che molto divertente. Bravissimo Edoardo Pesce – da “Dogman” di Matteo Garrone. Il regista Fulvio Risuleo ha 28 anni, auguri!

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