The Farewell - Una bugia buona
La recensione del film di Lulu Wang, con Awkwafina, Tzi Ma, Diana Lin, Zhao Shuzhen, Lu Hong
Si dice “Jewish Christmas”, e si intendono le giornate natalizie – leggi: la fuga dalle giornate natalizie – degli ebrei a New York (consigliabile se anche voi non capite perché tutti comprano su internet, ma le strade sono comunque piene di gente che cerca parcheggio). Ristorante cinese (sono sempre aperti e non c’è bisogno di prenotare) e poi cinema. Già quasi una tradizione, anche sull’altra costa: il sito InsideHook segnala che uno dei ristoranti più ricercati a Los Angeles per la ricorrenza ha scritto sull’insegna “Genghis Cohen”. Volendo, quest’anno per il pomeriggio festivo c’è anche un bel film cinese, nelle sale americane e – miracolo – anche nelle sale italiane. La regista Lulu Wang lo ha tratto da una vicenda vera e autobiografica. Di per sé, non una garanzia (tutti le abbiamo, e la maggior parte di noi pensa non offrano materiale sufficiente per un film). Questa si presta bene, e l’ottima sceneggiatura – insieme all’ambientazione inedita – fa il resto. Nella lontana Cina, nonna Nai Nai va a farsi visitare. Le restano pochi mesi, ma la famiglia decide di non dirglielo (in Cina si può). Riunisce invece tutto il parentado, con la scusa di un matrimonio, nella remota – ma industrializzata, è nota come la “Detroit cinese” – Changchun. Da New York arriva Billi, emigrata con i genitori (come la regista quando aveva sei anni). Da notare che la famiglia del film, con un padre traduttore, parla inglese anche a casa. L’attrice è Awkwafina, nome d’arte di Nora Lum, già nota come rapper: per “The Farewell - Una bugia buona” è candidata ai Golden Globe (un’altra candidatura è arrivata come “foreign film”). La ragazza era già in “Crazy & Rich”: titolo italiano per il successo internazionale “Crazy Rich Asians” (in Italia lo hanno messo fuori a ferragosto, quindi non c’è andato nessuno). Lo scontro tra chi è partito e chi è restato è fantastico, ma non nella direzione che pensate voi. “Quanto ci vuole in America per fare un milione di dollari?”, chiedono alla ragazza forestiera. Billi non sa rispondere, chi ha posto la domanda sì: “Qui in Cina ci vuole pochissimo”. In qualche foto d’epoca, le divise da Guardie Rosse. Al cimitero, iPhone e vecchi rituali.
Politicamente corretto e panettone