Richard Jewell
La recensione del film di Clint Eastwood, con Cathy Bates, Paul Walter Hauser, Sam Rockwell, Olivia Wilde, John Hamm
Dieci minuti bastano per convincere i renitenti: le quotazioni di Clint Eastwood, 90 anni e 40 regie, salgono e scendono con la politica. La prima scena di questo film (con Sam Rockwell e Paul Walter Hauser, il primo è ben noto e del secondo parliamo tra un po’) andrebbe studiata nelle scuole di sceneggiatura. Di cui l’Italia scarseggia, basta vedere “Hammamet”. Mostra come si costruisce una bella e accattivante scena “presa da una storia vera”. Togliendo l’inutile, lasciando quel che serve per rendere i personaggi interessanti, inventando quel che serve – nella vita, quei dialoghi non esistono. Tutti i dettagli torneranno utili per raccontare i peggiori tre mesi nella vita di Richard Jewell, che trovò al Centennial Park di Atlanta (era il 1996, l’anno delle Olimpiadi) uno zaino pieno di esplosivo. E fece allontanare la gente salvando un bel po’ di vite. L’Fbi prese in mano le indagini, poco dopo l’eroe si ritrovò nella posizione di sospettato numero uno. Viveva con la mamma, sognava di fare il poliziotto ma al massimo riusciva a fare la guardia giurata, e spesso veniva licenziato per eccesso di zelo, innamorato com’era della legge e dell’ordine. L’esatto profilo – secondo il Federal Bureau of Investigation – del bombarolo bianco. Un giovanotto che al colmo della frustrazione fabbrica un ordigno, lo piazza e finge di ritrovarlo per appuntarsi al petto la medaglia di eroe. L’attore è l’incredibile Paul Walter Hauser, già ammirato in “Tonya” di Craig Gillespie: quanto a parte ingrata, gareggiava con Allison Janney, la madre (stronza) della pattinatrice. Era l’amico del marito, vantava relazioni con i servizi segreti e un training nello spionaggio (non era vero niente, le telefonate del riscatto le faceva da casa sua, telefono fisso). Film punito agli Oscar, perché insinua che la giornalista dello scoop, ora defunta, avesse scambiato sesso per informazioni. Di sicuro Clint pensa che la campagna d’odio giornalistico contro Richard Jewell sia stata un pochino più grave. L’attrice Olivia Wilde, presa in mezzo, si è dissociata dal regista. Tra un po’ le donne dai film spariranno, a meno che non siano sante di specchiata virtù.
Politicamente corretto e panettone