Snowpiercer

Di Bong Joon-ho, con Chris Evans, Jamie Bell, Tilda Swinton, John Hurt (Amazon Prime, a noleggio sulle solite piattaforme)

Mariarosa Mancuso

Non sappiamo come sarà la serie, annunciata su Netflix per il 25 maggio. Di sicuro il film che Bong Joon-ho ha tratto dal fumetto francese “Le Transperceneige” di Jacques Lob e Jean-Marc Rochette (edizioni Cosmo) è una grande storia post-apocalittica. I verdi vorrebbero raffreddare la Terra, provocano una glaciazione. I pochi sopravvissuti sono a bordo dell’Arca Sferragliante, un treno lanciato su un binario circolare. Lo aveva fatto costruire un magnate delle ferrovie (tale Wilford, che per sé ha riservato la locomotiva), ogni volta che transita su un certo ponte si festeggia l’anno nuovo. Dal disastro ne sono passati diciassette, abbastanza perché i miserabili accampati negli scompartimenti di coda decidano di fare un’altra rivoluzione. I capi sono Jamie Bell (molto cresciuto dai tempi di “Billy Eliot”) e Chris Evans (visto in “Capitan America”). Li assiste il vecchio John Hurt, privo di un braccio per motivi che verranno svelati in seguito. Stracci e giacigli stanno tra i bassifondi di Charles Dickens e un campo di concentramento: tra i pregi del film c’è la ricchezza dei riferimenti visivi, vagone dopo vagone. Dalla sporcizia alle luci colorate della discoteca, dall’orribile fabbrica di gelatine nutrienti alla centrale che fornisce l’acqua. Nella scuoletta, i bambini ricchi vengono avviati al culto della Sacra Locomotiva.

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