Magari

Di Ginevra Elkann, con Alba Rohrwacher, Riccardo Scamarcio, Oro De Commarque, Milo Roussel (su Rai Play)

Mariarosa Mancuso

La ragazzina, figlia di genitori separati, sogna il matrimonio. Non il suo. Di chiunque (e ogni volta se li immagina: in posa, abiti e decorazioni adatti). Magari della madre “sempre innamorata di qualcuno o qualcosa”, quel tipo di amore che comporta un drastico e repentino cambio di abitudini. Con il primo marito faceva l’artista. O si è fidanzata con un certo Pavel, di religione ortodossa, e “fa la suora”. Altri segni particolari: aspetta un figlio dal nuovo marito e con lui intende trasferirsi da Parigi in Canada. Ma nessuno lo deve sapere. Meno che mai l’ex marito italiano, non proprio assiduo nella cura dei rampolli quando sono a portata di treno, figuriamoci a distanza oceanica. Nella valigia per le feste natalizie, da trascorrere appunto con il distratto, mamma consiglia il Vangelo. Sarebbe prevista una vacanza montana, ma papà Riccardo Scamarcio sta scrivendo un film, cerca i finanziamenti per girarlo, soprattutto fa coppia con la collaboratrice Alba Rorhwacher (la ragazzina che sogna matrimoni vede sposati pure loro, per un attimo: tutto è meglio di due genitori separati). Finiranno al mare, ad annoiarsi perché papà ha sempre da fare, e ovviamente a cacciarsi in qualche guaio. Non si sbaglia a dire autobiografico (nel senso in cui lo sono i film di Valeria Bruni Tedeschi), ma scansa le facilonerie. Tra figlie e nipoti d’arte, anche la sceneggiatrice Chiara Barzini deve averci messo del suo. Ma il film è vivace, i bambini sono bravissimi, il sapore di “verità ben scritta” fa perdonare le canzoni cantate in macchina (repertorio anni 80, è lì che siamo). Primo titolo di una serie dedicata da Rai Play ai film italiani che non sono riusciti a uscire degnamente nelle sale, “Magari” ha inaugurato l’anno scorso il Festival di Locarno, proiettato in Piazza Grande tra gli applausi (e una multa per Lapo Elkann che aveva parcheggiato la fuoriserie in clamoroso divieto, finì sui giornali). Quest’anno, vietate le ottomila persone su sedie di plastica vicinissime, il Festival farà un’edizione speciale “For the Future of Films”. La prima iniziativa è dedicata ai cortometraggi, da vedere online. Speriamo siano poco artistici e molto narrativi.