The Square
Di Ruben Östlund, con Elisabeth Moss, Dominic West, Claes Bang, Terry Notary, Sofie Hamilton (MioCinema, Rakuten Tv, Tim Vision, Cg Entertainment)
Se lo vedete su MioCinema, la sala di quartiere ve ne sarà riconoscente, ma non è l’unico modo. Vedetelo, però: tra le Palme d’oro, il pubblico l’ha un po’ trascurato. Ingredienti: intelligenza e crudeltà. Satira e autocritica. Installazioni e performance. Amanti di una notte che litigano per un preservativo usato, a chi tocca buttarlo? Cuochi isterici. Direttori di museo che non sanno spiegare il programma della mostra. Mucchi di artistici sassolini che l’uomo delle pulizie risucchia con l’aspirapolvere (basterà metterne altri uguali?). Pure gli estremi di una molestia. La satira come la intendeva Jonathan Swift, non come la intende Maurizio Crozza: uno specchio rivolto verso di noi, non l’imitazione ridanciana dei nostri nemici. Siamo noi che quando sbadigliamo al cinema gridiamo al capolavoro. “The Square” – inteso come installazione di artista argentina – è un quadrato segnato per terra, “luogo di fiducia e altruismo dove tutti hanno gli stessi diritti” (ovvio che succederà un disastro, contribuiscono i genietti della pubblicità virale). “The Square” – il film, non più l’installazione – ha attori magnifici, a cominciare da Elisabeth Moss di “Mad Men” e di “The Handmaid’s Tale”. L’uomo-gorilla si chiama Terry Notary, di mestiere fa lezioni di comportamento scimmiesco. Anche di comportamento canino, per Buck, mente cane e metà computer nel recente “Il richiamo della foresta”.
Politicamente corretto e panettone