Caravaggio
Di Derek Jarman, con Nigel Terry, Sean Bean, Tilda Swinton, Spencer Leigh, Robbie Coltrane
Film d’altri tempi (restaurato) su un pittore d’altri tempi (ricorrono i 410 anni dalla morte). Derek Jarman gira il film nel 1986, dieci anni dopo il debutto con “Sebastiane”, biopic in latino sul santo trafitto dalle frecce (icona gay quando ancora non si usava). Se vivesse oggi, e non fosse il pittore che assieme a Van Gogh più richiama le folle, Caravaggio potrebbe dire addio a ogni speranza. Chi se ne frega dei quadri, era promiscuo, assassino e puttaniere, prendeva a modello le prostitute per dipingere le sue Madonne, cancelliamolo dalla storia dell’arte. Derek Jarman – che qualche anno dopo dedicherà un altro spettacolare film biografico al filosofo Wittgenstein – fa vivere Caravaggio oggi, tra cronache sportive, macchine per scrivere, cappelli da muratore con la carta del giornale. Per clamoroso contrasto, ricostruisce i quadri come tableau vivant: le luci e i chiaroscuri sembrano copiati dal vero. Comincia sul letto di morte, a Porto Ercole (a Jarman la mossa si può concedere, il film ebbe l’Orso d’argento a Berlino, vinto quest’anno da “Favolacce”). Torna indietro al fatale triangolo con Lena (la giovanissima Tilda Swinton) e Ranuccio.
Politicamente corretto e panettone