Niente amnistia per il non nato. Amnesty contro i paesi latinoamericani che non ammettono l'aborto
La celebre ong accusa ai paesi del Sud America che non ammettono l’aborto: così facendo, riferendosi ai casi di Zika, fanno “violenza sulle donne”. Amnesty è diventata una specie di agenzia per i diritti d’aborto nel mondo.
Amnesty International, premio Nobel per la pace (1977), pretende di essere la “coscienza del mondo” e dice di battersi per la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Eppure non è certo al di sopra di ogni sospetto. Ne è un esempio l’assurda denuncia che la celebre ong ha rivolto ai paesi latinoamericani che non ammettono l’aborto: così facendo, riferendosi ai casi di Zika, questi paesi fanno “violenza sulle donne”.
Amnesty è diventata una specie di agenzia per i diritti d’aborto nel mondo. Come quando si mise contro il governo spagnolo e il suo ministro della Giustizia Gallardon per la legge restrittiva sull’aborto (poi ritirata), con la campagna “Mi cuerpo, mis derechos”. In un altro documento di Amnesty, intitolato “Decriminalization of Sex Work: Policy Background Document”, si dice che bandire la prostituzione viola i diritti umani. Non si capisce cosa c’entrino aborto e prostituzione con i diritti umani. Fino al 2007, Amnesty ha portato avanti il suo operato con grande onore, tanto che la chiesa cattolica era uno dei suoi finanziatori più forti. Poi, alla Conferenza di Edimburgo, abbandonando la tradizionale neutralità sull’argomento, Amnesty votò per “il libero accesso all’aborto”. Da allora, niente più amnistia per il bambino non nato.
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