Il ritorno di Angela Davis, rottame radical chic
Chi si ricorda di Angela Davis? Pantera Nera, Premio Lenin dell’Unione Sovietica, ricercata dall’Fbi, candidata comunista alla vicepresidenza, docente in California e molto altro ancora. Sufficiente perché il Museo di Brooklyn le comminasse il premio femminista. A omaggiarla anche la signora delle signore Gloria Steinem, la moglie del sindaco di New York Bill de Blasio e Kathy Boudin, la terrorista dei Weather Underground condannata per omicidio nel 1981.
Lo spettacolo di Angela Davis al Museo di Brooklyn era ridicolo e spregevole. Angela Davis viaggia molto per il mondo in questi giorni. E’ venuta anche a Bologna, a protestare contro Angelo Panebianco, il guerrafondaio. E’ la stessa che ha sostenuto l’invasione sovietica della Cecoslovacchia e dell’Afghanistan e che oggi deride l’occidente capitalista. Il solito abisso tra la retorica rivoluzionaria rancida e la realtà borghese confortevole di questi avvizziti radical chic. Pasionarie in pantofole coccolate dalla civiltà che hanno cercato di distruggere.
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