Antonio Conte (foto LaPresse)

Perché Conte dovrebbe allenare l'Inter? Non è mica fesso

Maurizio Crippa

Che dovete farci, mica Ausilio fa il ds del Barcellona. E dunque ecco il gobbo esagitato

Una delle colpe che nessuno può fare a Piero Ausilio (delle poche colpe) è di aver cestinato come carta straccia Gian Piero Gasperini: Ausilio allora non c’era. Poi s’è visto che Gasp è un bravo allenatore. Però anche Ausilio è bravo nel suo ramo, direttore sportivo si chiama, e così quando gli hanno domandato come può fare l’Inter a ingaggiare Antonio Conte, ha risposto: “Come si convince Conte? Non so come si possa farlo. Gli allenatori bravi sappiamo quali sono e purtroppo per noi hanno quasi tutti dei contratti importanti e lavorano per club importanti”. Monsieur de Lapalisse je farebbe ’na pippa, non fosse defunto anzitempo. Ma che dovete farci, mica fa il ds del Barcellona, Ausilio. E dunque Antonio Conte.

 

Conte che al primo anno con i Blues ha stravinto la Premier League. Conte che becca 13 milioni di sterline all’anno. Conte che per festeggiare, invece di andare a sbronzarsi con David Luiz e Diego Costa, è andato da Abramovich con una lista della spesa lunga un metro. Conte che alle voci degli ingaggi planetari che i cinesi di Milano, sponda Orfani, sarebbero disposti a offrirgli ha risposto serafico come il principe Filippo dopo il ritito: “Al Chelsea sto bene”. Conte che proprio un fesso non è, nonostante i capelli, e che di fronte all’alternativa tra giocarsi l’anno prossimo la Champions oppure il Trofeo Amici di Appiano Gentile pensa che forse la Champions è più divertente, almeno si gira l’Europa. Antonio Conte, ecco. Per quale perdindirindina di motivo Conte dovrebbe accettare di tornare in Italia per allenare l’Internazionale Football Club, e farsi esonerare alla settima di campionato, Ausilio permettendo? (Che poi, a noi Orfani del Filosofo, quel gobbo esagitato ci sta proprio qui. E diciamo “qui” per non stare a indicare il punto).

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"