(Foto LaPresse)

Il Papa: "L'obiezione di coscienza è un diritto che non può essere negato"

Matteo Matzuzzi
Francesco parla ai giornalisti nel viaggio di ritorno dagli Stati Uniti. Ribadisce il "no" all'ordinazione sacerdotale delle donne, esalta il grande lavoro delle suore americane nei più svariati campi e biasima la costruzione dei muri anti-migranti in Europa. Sui raid francesi in Siria, giudizio sospeso, anche se "non vanno mai bene".

New York. Il Papa, a bordo del volo papale che lo riporta in Italia dopo più di una settimana passata tra Cuba e gli Stati Uniti, affronta con i giornalisti una lunga serie di domande sui temi più svariati. Particolarmente significativa quella data sull’imminente Sinodo ordinario della famiglia, che aprirà i battenti domenica prossima. Francesco commenta i due motu proprio sulla riforma dei processi di nullità matrimoniale, con i quali “ho chiuso la porta alla via amministrativa”; porta attraverso la quale “poteva entrare il divorzio”. Su questo punto, anche in virtù delle numerose critiche che sono state mosse da settori anche interni alla Chiesa, Francesco è stato chiaro: “Chi pensa al divorzio cattolico, sbaglia”. Ma è su uno dei temi più delicati, oggetto di discussione già l’anno scorso nel Sinodo, che il Papa mette le cose in chiaro: “Per quanto riguarda il problema dei divorziati in seconda unione, a me sembra un po’ semplicistico dire che per queste persone la soluzione sia la possibilità di fare la comunione. Non è l’unica soluzione, l’Instrumentum laboris propone tante cose. E non ci sono solo i divorziati risposati, ma anche il problema delle nuove unioni”.

 

[**Video_box_2**]A domanda sulla visita a sorpresa alle Piccole sorelle dei poveri a Washington da tempo in lotta contro l’Obamacare, il Papa ha ribadito che “l’obiezione di coscienza è un diritto. E se a una persona viene negata l’obiezione di coscienza, le si nega un diritto”. Così facendo, si finisce “nella selezione dei diritti: questo è un diritto di qualità, questo è un diritto di non qualità”. Velato riferimento al caso di Kim Davis, l’inserviente del Kentucky che si è rifiutata di mettere la sua firma su certificati di matrimonio per coppie omosessuali, e per questo finita in carcere: “Se un funzionario di governo è una persona umana ha un diritto”; ha detto Francesco.

 

A proposito delle sue parole a St.Patrick di elogio all’opera delle suore degli Stati Uniti – “cosa sarebbe la Chiesa senza di loro?” – il Pontefice ha ripetuto l’elogio, definendo “meraviglioso” il loro lavoro “nell’educazione, nell’accoglienza, nella salute e nei quartieri poveri e ricchi”. “Sono donne brave”. Questo però non significa riaprire sulla questione dell’ordinazione sacerdotale delle donne: “Non si può fare. San Giovanni Paolo II, dopo ‘lunga e intensa riflessione’, ha detto chiaramente no. E questo “non perché le donne non abbiano capacità”, anzi: “Le donne sono più importanti degli uomini nella Chiesa”.

 

Per quanto riguarda i primi bombardamenti francesi sulla Siria, il Papa dice di non aver letto le notizie: “Davvero non conosco bene la situazione, ho sentito dire che la Russia era in una posizione”; mentre “gli Stati Uniti ancora non avevano una posizione chiara”. A ogni modo, il messaggio che si può mandare è quello già conosciuto: “Quando io sento la parola bombardamento, morte, sangue. Ripeto quello che ho detto al Congresso e alle Nazioni Unite: bisogna evitare queste cose. La situazione politica non la giudico perché non la conosco”. Legato alla situazione siriana c’è l’emergenza profughi, che da mesi tentano di entrare in Europa. La domanda è sui muri costruiti elevati in qualche paese dell’est europeo: “Lei sa come finiscono i muri. Tutti i muri crollano. Oggi, domani o dopo cento anni, ma crollano. Il muro non è una soluzione. Ora l’Europa è in difficoltà, è vero, ma dobbiamo essere intelligenti, non è facile trovare soluzioni. Ma dialogando tra paesi” queste soluzioni bisogna trovarle: “Le barriere possono durare, ma non sono una soluzione”.

 

Alla classica domanda sulla possibilità di un viaggio in Cina, poi, Francesco  – parlandone come di "una grande nazione che apporta al mondo una grande cultura e tante cose buone" – ha detto che "avere un amico come la Cina sarebbe una gioia". In merito alle grandi manifestazioni d'affetto del popolo americano, che ha affollato strade ed eventi, il Pontefice si schermisce: "Il Papa deve essere il servo dei servi di Dio. Non una stella, anche perché poi abbiamo visto che tante stelle cadono".

  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.