Gatto

Stefano Di Michele

E’ il felino, l’arma segreta finale di Renzi. L’ha ammesso col Corriere, di fronte alla minaccia dei “sorci verdi” forzisti di Brunetta, il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini.

    GATTO s. m. (Treccani: “lat. tardo cattus, forse voce celtica”). E’ il felino, l’arma segreta finale di Renzi. L’ha ammesso col Corriere, di fronte alla minaccia dei “sorci verdi” forzisti di Brunetta (pur se Toti ha tenuto a precisare che “i sorci di Forza Italia sono sempre ragionevoli”: praticamente dei roditori illuministi), il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini: “Non ci agitiamo, ci attrezzeremo con qualche gatto”. Così, ormai una sola, categorica e imperativa per tutti, la nuova parola d’ordine al Nazareno: “Se c’è il sorcio e non più il patto / qui allora ci urge il gatto!”. E così, mentre il fronte aventiniano si è avventurato in massa verso Topolinia in cerca del soccorso democratico di Topolino e Minnie, i sostenitori del premier hanno già preso contatto, via Twitter, con Silvestro, Garfield, Felix, Duchessa e i figlioli, Romeo “er mejo del Colosseo”, il gatto con gli stivali e Zorba. Quando li ha visti arrivare tutti insieme nello studio di Palazzo Chigi, le code all’erta, Renzi (che ha immediatamente fraternizzato, da bullo a bullo, con Romeo: “Eh, se fossi ne’ mi’ cenci…!”) non ha potuto  nascondere tanto la sua soddisfazione quanto la sua approvazione: “Meglio di tutti quelli di Scelta civica che mi avete portato l’altro giorno! Per non dire di Civati, Cuperlo e quell’altro, Fassina, roditori a sbafo della dispensa nostra…”. Poi, indicandoli a monito all’intero consiglio dei ministri lì riunito (compresi la Madia e Alfano, che dal momento dell’annuncio dell’arrivo dei sorci sono saliti sulla sedia e non c’è stato modo di farli più scendere giù): “Oh bischeri, oh bucaioli, mirate l’armata mia! E tu, Alfano della malasorte, vieni a terra!”. Satolli di croccantini (del rancio è stato incaricato il ministro Lupi, col supporto di Filippo Sensi, adetto all’erba gatta), i mici renziani sono ora pronti a sferrare l’attacco risolutivo. “Soprattutto, fate in modo di salvare le riforme e il bipolarismo!”, li ha esortati la ministra Boschi. “Ah bona, per te questo e altro!”, ha detto Romeo, lisciandosi i baffi e ponendosi alla testa del branco di guastatori. “Ah pupa, te famo la riforma di Tom e Jerry: o qua o di là! Aspettame…”. Cautamente, Dudù, né sorcio né gatto, ha già cercato riparo sotto il letto.