Mutande

Stefano Di Michele

(Treccani.it: “lat. mutande da ‘mutarsi’ gerundio di mutare ‘cambiare’, sottint. vestes o sim.).

    MUTANDE (Treccani.it: “lat. mutande da ‘mutarsi’ gerundio di mutare ‘cambiare’, sottint. vestes o sim.). Una volta, nonostante l’inquieto contenuto, era il capo d’abbigliamento più riservato. Stava nel cassetto, e al momento opportuno – momento che certi, per la verità, tendevano scriteriatamente a ritardare – si tirava fuori e si indossava. Giusto qualche fortunato/a, più spesso qualche disgraziato/a, aveva la possibilità di prenderne visione. E amen. Da qualche anno, le mutande sono diventate il capo d’abbigliamento più ostentato, visionato, reclamizzato. Spunta su solidi pettorali, pance cascanti, ventri penduli, ciccia in tracimazione. Adesso – ché la mutanda è ormai la cosa più ovvia da far vedere: e viene pure spacciata per provocazione – è la volta del presentatore degli Oscar, Neil Patrick Harris, che scosciato sul palco si è presentato. Figurarsi che impressione da noi – che ormai abbiamo più mutande vaganti che passeri sui rami. Se qualcuno sul palco in mutande deve andare, Hollywood casomai è arrivata in ritardo, avendo qui già spedito Gianni Morandi in déshabillé su quello di Rai Uno, di sabato sera. E poi l’ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, (“costume da bagno in cachemire libidinous”, secondo la cronaca del Corriere: ma sarà comodo?),  fotografato con Valentino.  “Mi ha dato un alone di simpatia…”, pensa un po’. Per tacere dell’epica dei calciatori smutandati su tutti i muri d’Italia, manifesti grandi come palazzi di cinque piani, zona strategica in rilievo con dimensione vicino a quella di una piazzola di sosta autostradale. Non c’è nessuno che le mutande le tenga più dentro i pantaloni – casomai, si calano i pantaloni per meglio esibirle. Una forma di maleducazione, ma molto trendy seppure a rischio – certe cinquantenni vaganti sui bus, jeans basso e filo del perizoma perso in un ammasso scomposto di cellulite e smagliature in rilievo (visione evocativa della cartina delle Alpi: occidentali e orientali). Così la meglio battuta, sulla mesta mania mutandara – sorta di Gay Pride perenne – la fece la figlia di Calvin Klein a Newsweek: “Il solo problema di avere un padre nella moda è che ogni volta che vado a letto con un ragazzo, devo guardare il nome di mio padre sulle sue mutande”. Quasi a tutto il resto del mondo, succede. Si sa: mutanda firmata, trombata (quasi) assicurata. Peraltro, con spesa e senza l’incasso del babbo suddetto.