Sceneggiata napoletana denuclearizzata

Rocco Todero

Notizia di geopolitica, incredibile ma vero: il porto di Napoli è stato denuclearizzato, con delibera di giunta municipale

A leggere certe notizie c’è da strabuzzare gli occhi, da restare increduli. Sino al punto da dubitare che nelle redazioni dei giornali si siano diffusi i fumi mefitici della partigianeria politica.

 

Può essere mai, ti chiedi, che la giunta municipale di Napoli il 23 settembre 2015, su iniziativa del Sindaco Luigi De Magistris, già esercente le funzioni di Pubblico Ministero perché vincitore del difficilissimo concorso in magistratura ordinaria in quanto meritatamente dottore in giurisprudenza, abbia potuto deliberare che il porto e lo specchio di acqua ivi adiacente (la flora e la fauna marina pare siano stati risparmiati) debbano essere considerati siti denuclearizzati?

 

Può essere mai, insisti, che il già ex magistrato ordinario, dottore in giurisprudenza, si vanti ancora, a distanza di quasi tre anni, di avere denucleratizzato banchine, attracchi, bracci di sopra flutto e di sotto flutto ed una quantità imprecisata di acqua salata, sino al punto da rivendicare nei confronti di un ammiraglio della Marina Militare italiana l’indesiderabilità della visita di un placido sottomarino nucleare statunitense, reduce da subitaneo bombardamento missilistico in terra siriana per ordine, niente pop di meno che, del Commander in chief a stelle e strisce?

 

Poi leggi il testo della lettera che il Sindaco ha inviato all’alto Ufficiale, lettera che i giornalisti di fronte a cotanto rischio di incidente diplomatico hanno ritenuto giustamente necessario trascrivere per tenere fede alle fonti autentiche municipali, e comincia a venirti il dubbio che la sceneggiata napoletana possa avere un fondo di legittimità amministrativa.

 

Questo ha fatto sul serio, pensi.

 

A quel punto ti affidi alla fonti delle fonti ed interpelli gli algoritmi che hanno reso miliardari Larry Page e Sergej Brin e tenti d’intrufolarti fra i meandri del protocollo telematico del Comune che fu di Masaniello; il quale servizio on line (bontà sua) non ti grazia della lettura del testo del preziosissimo documento amministrativo, ma ti conferma, senza tema di smentita, che la denuclearizzazione esiste ed è stata adottata davvero dalla giunta comunale il 23 settembre 2015 su iniziativa dell’ex pubblico ministero vincitore di concorso in magistratura ordinaria perché dottore in giurisprudenza.

 

Dopodiché ti sovviene per caso che anche tu sei dottore in giurisprudenza, ma, in quanto titolato immeritatamente, non hai nemmeno tentato di ambire alle vette del promotore della denuclearizzazione in salsa vesuviana, e ti assale il dubbio che possa avere ragione chi ha deliberato di tenere alla larga i sottomarini dalla baia napoletana. Del resto porti e mari sono beni demaniali statali, è vero, ma nel guazzabuglio normativo del bel Paese le funzioni amministrative sono state delegate non si sa bene a chi, ora alla Regione, ora agli Enti locali e quindi nulla di strano che una norma di legge abbia impettito la giunta partenopea che non aspettava altro di spennacchiare i prepotenti a stelle e strisce.

Nulla di strano, perché pare che anche l’Ammiraglio della fu gloriosa Regia Marina Militare abbia detto di non essere lui il soggetto deputato ad ostacolare il gran rifiuto.

 

Nulla di strano che in Italia ogni crocicchio, carruggio, calle o casa cantoniera possa avere la propria politica estera e militare nel silenzio generale.

 

D’altronde siamo il Paese di Pulcinella, no?

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