C'è ancora un Ministro al Viminale?
Matteo Salvini autorizza lo sbarco dei minori dalla Open Arms, ma si dichiara irresponsabile. Non si può
Com’è oramai noto a tutti coloro che seguono da mesi il nuovo corso della politica migratoria inaugurato dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini, lo sbarco sul territorio italiano degli immigrati che vengono salvati nelle acque del mediterraneo necessita della previa autorizzazione del titolare del Viminale.
Più volte nelle ultime settimane il Ministro ha rivendicato la prerogativa di potere autorizzare lui solo l’ingresso nel territorio nazionale d’immigrati irregolari, in virtù di alcune disposizioni di legge.
Il decreto legislativo n. 286/1998 (Testo unico sull’Immigrazione) assegna, per esempio, al Ministro la facoltà d’emanare “le misure necessarie per il coordinamento unificato dei controlli sulla frontiera marittima e terrestre italiana”, mentre l’articolo 1 della legge n.121/1981 .dispone che “Il Ministro dell'interno è responsabile della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica ed è autorità nazionale di pubblica sicurezza”.
Partendo dal presupposto che lo sbarco dei migranti irregolari possa determinare l’insorgere d’una questione di sicurezza pubblica, si è ritenuto che spettasse solo al Ministro Salvini la valutazione circa un eventuale legame fra l'ingresso nel territorio nazionale e la messa in pericolo dell’ordine pubblico.
In realtà il predetto potere è stato utilizzato esclusivamente per esercitare pressione umanitaria nei confronti degli altri Paesi europei affinché si facessero carico dei cosiddetti ricollocamenti, ma è stata la chiamata in causa dell’ordine e della sicurezza pubblica a giustificare formalmente le posizioni assunte dal Ministro dell’Interno.
Le disposizioni di legge, peraltro, prevedono che sia il Ministro a dover rispondere dell’esercizio della facoltà d’autorizzare lo sbarco, atteso che non è disciplinato il coinvolgimento di alcun altro membro del Governo, a differenza di quanto è stato previsto con il decreto sicurezza bis per ciò che riguarda l'ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale che richiedono il coinvolgimento del Ministro della Difesa e di quello delle Infrastrutture.
La responsabilità richiamata dalla legge (Il Ministro dell'interno è responsabile della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica) è di natura politica, ancor prima che giuridica, e contraddistingue la posizione del titolare del Viminale, al cospetto del Parlamento e della Nazione tutta, rispetto a qualsiasi altro componente del Governo che rimane, invece, del tutto “irresponsabile” per ciò che concerne gli sbarchi dei migranti irregolari.
Risulta agevole, allora, comprendere come, dichiarando d’avere autorizzato lo sbarco dei minori a bordo della Open Arms, nonostante la sua valutazione contraria con riguardo al pericolo per la sicurezza pubblica, e imputando la scelta non già a sé stesso ma al premier Giuseppe Conte, Matteo Salvini si sia dichiarato “irresponsabile” rispetto ad un provvedimento che continua a rimanere per legge nell’alveo delle esclusive competenze del Ministro dell’Interno.
Salvini, in altre parole, ha negato d’essere lui il titolare del Viminale, poiché si è rifiutato d’esercitare una potestà esclusiva della sua funzione e perché l’ha delegata, nella sostanza, al Presidente del Consiglio dei Ministri, senza poterlo in realtà fare.
Il capo della Lega Nord ha così confessato d’avere strumentalizzato la legge e d’essersi sottratto alle responsabilità politiche e giuridiche che sono tipiche del Ministro dell’Interno.
Quindi, se ancora non fosse chiaro, il Capitano ha già smesso d’essere il “responsabile” della sicurezza pubblica e pertanto non fa più parte dell’Esecutivo attualmente in carica.