Quanto è inutile la Supercoppa giocata all'estero
L'avrà anche vinta il Milan, ma nessuna gloriosa ascensione è cominciata da una partita secca giocata nel deserto e vinta ai calci di rigore
Cose da Qatar. La Supercoppa italiana che poi è la sfida tra il vincitore del campionato e il vincitore della coppa Italia è stata vinta da una squadra che non ha vinto né il campionato né la coppa, cioè noi: a questo porta un regolamento surreale. Abbiamo giocato in uno stadio ai minimi termini, che ricorda quello di Montecarlo, dove si è giocato per un po’ la Supercoppa europea, questione di aiutare il principe Alberto a trovare una fidanzata.
Sugli spalti, tifosi quasi tutti italiani ed equamente divisi ma volentieri in canottiera e mutande, fa caldo anche a Natale nel paese che dovrebbe ospitare i Mondiali del 2022. Terreno di gioco da rivedere, zolle da erba sulla sabbia, squadrone arbitrale inutilmente al completo. Riprese televisive svogliate, sbiadite, una legione di telecronisti, commentatori, spalle tecniche, specialisti del cono gelato e bordocampisti: la Rai è piuttosto avara di calcio ma quando lo tratta lo fa con un lusso da sceicco e un rapporto qualità prezzo da denuncia in pretura.
Galliani e Marotta hanno posto le terga su troni rosso oro che manco nel salotto di Arcore, nulla più di una poltrona riesce a convincere di essere nel cuore del potere. Alla vigilia entrambi avevano detto che è bene andare a giocare a Doha, bisogna far conoscere il nostro calcio che è un’eccellenza nazionale, ma ce li vedete Manchester United e Liverpool o Barca e Real regolare i loro conti casalinghi all’estero? L’ossessione del marketing porta solo degrado, dal calcio al circo itinerante.
Juventini scuri in volto, incazzati neri. I nostri invece felici come pupi, la vittoria l’hanno dedicata al presidente, rimanendo sul vago, non sanno ancora se e quando terminerà la trentennale gestione, si sa solo che i soldi ci sono e il padrone cinese arriverà presto. Non tiriamoci su per i capelli però, nessuna gloriosa ascensione è cominciata da una partita secca giocata nel deserto e vinta ai calci di rigore.
Ad ogni buon conto è stata una bella partita. Almeno per questo onore al merito dei ventidue.
Il Foglio sportivo - in corpore sano