Meglio il tango di Mancini che il Milan a Reggio Emilia
Sulla pista da ballo il Mancio si è rivelato un ciocco ma i novanta minuti in campo sono stati anche più irritanti
Preso da una botta di malinconia alla vigilia dell’ultima partita della presidenza gloriosa, mi sono affacciato su Rai 1, a vedere Roberto Mancini a Ballando con le stelle: per ritrovare buon umore non c’è niente di meglio che sfottere storici avversari. Il Mancio dico, uno che fu allenatore bianco celeste azzurro nero e calciatore fra i più talentuosi del suo tempo, scattava, fintava, tirava ed evolveva in area come un ballerino di hip hop, andava in elevazione, si avvitava attorno al proprio asse a colpire la palla con il tacco, con quei movimenti inopinati e spiazzanti ha segnato gol memorabili e decisivi.
Sulla pista da ballo il Mancio si è rivelato un ciocco. Un tronco di legno dentro uno smoking che non piega nemmeno il ginocchio e costringe la partner agli straordinari. Non è per via della ruggine dell’età, in fondo ha poco più di cinquanta anni, non si è appesantito, ha continuato ad avere cura di sé: è che proprio non ha orecchio, nessun penchant per il fatto musicale. Anche il calcio è arte, solo che non c’è il canovaccio musicale. Si raggiunge l’armonia solo cucendo insieme strappi disarmonici, intuizioni dettate dal pensiero dei singoli.
Quando non ci si riesce, ne viene fuori una cacofonia insopportabile. Se poi ci si mette anche un arbitro in giornata storta che fischia ogni due per tre e quasi sempre male, distribuisce cartellini gialli a pioggia, non vede i falli che ci sono e vede quelli che non ci sono, allora in novanta minuti capitano sì e no cinque azioni coerenti e compiute, lo spettacolo diventa irritante come un concerto in cui gli orchestrali cominciano a suonare, si fermano e ricominciano e via così, alla fine per vincere ci vuole una carta truccata e il tifoso si disamora: è quello che è successo l’indomani al Maipei Stadium di Reggio Emilia, dove di misura e senza gloria abbiamo battuto il rognoso Sassuolo che negli ultimi anni ci aveva castigato. Disarmonia per disarmonia, meglio Mancio tanguero di una sera.
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