Un gesto di civiltà da Obama

Adriano Sofri
La decisione di Obama di liquidare la minaccia di ritorsioni penali contro i famigliari di cittadini americani rapiti nel mondo va salutata come un passo moralmente e civilmente necessario.

    La decisione di Obama di liquidare la minaccia di ritorsioni penali contro i famigliari di cittadini americani rapiti nel mondo va salutata come un passo moralmente e civilmente necessario. La linea del rigore – gli Stati Uniti non trattano con i rapitori – era, come succede, largamente ipocrita, conoscendo eccezioni che rendevano ancora più doloroso il rigore, per i famigliari degli ammazzati. Quella linea non viene ufficialmente abbandonata, ma lo stato rinuncia ad aggiungere alla pena dei famigliari l’accanimento ulteriore di una persecuzione. I famigliari saranno liberi di tentare il riscatto dei sequestrati, e saranno più tempestivamente messi a parte delle informazioni su luoghi e modi della loro detenzione. La correzione, dovuta alla terribile esperienza delle famiglie dei decapitati dell’Isis, è un riconoscimento all’umanità, ma anche una limitazione all’invadenza del potere pubblico nei confronti della vita personale e dei suoi diritti. E c’è da augurarsi che valga anche a incrinare lo stereotipo dell’America marziale e dell’Europa venerea: dalle due parti, sicché l’Europa diventi meno imbelle, e l’America meno manesca.