Quel precedente del referendum greco, Mirafiori

Adriano Sofri
C’era un precedente del referendum greco, ed era così stretto che me ne ero lasciato un po’ fuorviare.

    C’era un precedente del referendum greco, ed era così stretto che me ne ero lasciato un po’ fuorviare. Era il referendum a Mirafiori, 2011, sull’accordo separato. Il Sì (che là significava l’accettazione del piano di Marchionne) prevalse di misura -una misura quasi impercettibile fra gli operai, allargata fra gli impiegati. Il 46 per cento di No era una testimonianza di resistenza simbolica, di puro orgoglio operaio, accanto alla quale molti Sì erano la scelta rassegnata di accettare una sconfitta e un’umiliazione, per ridurne il costo. Ci si poteva aspettare dagli elettori greci una analoga divisione delle scelte, fra un voto di rassegnazione e uno di onore. Ma non è stato così, e la differenza non sta tanto nella vittoria del No, ma nella misura schiacciante della vittoria. E’ questa a cambiare le carte, e a rendere più inaccettabile la chiusura tedesca: così frettolosa infatti da mostrarsi trafelata e affannata. Meglio che contino fino a dieci.