Come cambiano gli scontri di piazza
Poiché la mia frequentazione degli scontri di piazza si è troppo rarefatta, mi sono accorto in ritardo che i manifestanti contemporanei scagliano contro le autorità e le forze dell’ordine, oltre alle pietre – il mestiere più antico del mondo – alle lattine e, in certe parti del pianeta, le scarpe, le bottiglie di plastica di acqua minerale piene. L’ho visto per la prima volta a Srebrenica, e ora lo si rivede a Dresda, dove manifestano violentemente contro i rifugiati, a Beirut, nel corso della campagna, letterale e metaforica, “Voi puzzate”, in Turchia, ai funerali delle vittime della riaccesa guerra turco-curda, e un po’ dappertutto. Le autorità, che hanno via via asfaltato strade per eliminare sampietrini e pavé, e modificato i cassonetti a scanso di barricate e incendi, dovranno ora cercare un modo di tagliare i rifornimenti di acque minerali in bottiglia. Utopia è un mondo in cui i sudditi non trovino più niente da lanciare addosso alle autorità, se non improperi.
Il Foglio sportivo - in corpore sano