Dall'Europa all'Asia, da Roma a Fiumicino

Adriano Sofri
Sono a Istanbul, e resisto a stento a raccontarvi com'è bella questa città – può far venire quello che un tempo si chiamava un colpo al cuore: tanto lo sapete meglio di me. Non vi racconto nemmeno la solita storia del passaggio dall'Europa all'Asia e ritorno in una mezzoretta. Però lasciatemi almeno

    Sono a Istanbul, e resisto a stento a raccontarvi com’è bella questa città – può far venire quello che un tempo si chiamava un colpo al cuore: tanto lo sapete meglio di me. Non vi racconto nemmeno la solita storia del passaggio dall’Europa all’Asia e ritorno in una mezzoretta. Però lasciatemi almeno riferire la tariffa della traversata del Bosforo: con le difficoltà attuali della lira turca, si va dall’Europa in Asia a un euro e 7 centesimi. Però una storia di viaggio ce l’ho, e riguarda il tragitto da Roma all’aeroporto di Fiumicino, fatto in taxi di notte. Il tassista, gran tipo, mi spiega che, dato il colossale debito arretrato con l’Acea, ci sono 25 chilometri di autostrada al buio: l’Acea accende solo nel tratto di accesso all’aeroporto. Fa così anche nelle cosiddette periferie, dove l’illuminazione notturna viene erogata a singhiozzo, e a corrente ridotta. All’arrivo, ho sfruttato la sua competenza per chiedergli che cosa accidenti vuol dire l’indicazione: “Area Kiss and Go” – l’avevo letta anche alla stazione di Bologna. “E’ la sosta di quindici minuti, giusto il tempo di salutare e si riparte”. Mah, dico io. E lui: “Un po’ come ‘na botta e via!”.