Charlie Hebdo e la vignetta su Aylan

Adriano Sofri

    Io, che voglio bene ai vivi e ai morti di Charlie, non sono contento della vignetta su Aylan. Riss si deve essere detto: be’, quel piccolo cadavere ha commosso il mondo, ma non gli ha impedito di lasciare che i bambini continuino ad annegare in quello stesso specchio d’acqua.

     

    E noi lo prendiamo per il collo, questo mondo. Gli diciamo: proviamo a immaginare che Aylan sia sopravvissuto alla sua traversata, sia cresciuto come si deve, e abbia raggiunto l’età in cui andare alla stazione di Colonia a palpeggiare le donne. Ma la vignetta può anche far immaginare – no, non immaginare, ma constatare, che cosa può succedere a chi sia davvero sopravvissuto alla sua traversata, come i compagni degli assassinati di Charlie. E’ difficile sopravvivere.