Nazimuddin Samad è solo l'ultimo blogger ucciso in Bangladesh
Cara Giulia P., tu sei fra le non molte persone in Italia che fanno attenzione a quello che succede in Bangladesh, paese magnifico e minacciato. Succede – due giorni fa – che Nazimuddin Samad, 27 anni, studente di legge, venga aggredito nel centro della capitale Dhaka da quattro figuri, a colpi di machete, e finito a rivoltellate. Nazimuddin era, come si dice in Bangladesh degli assassinati, “un blogger ateo”. Scriveva di non avere religione, e denunciava ogni fanatismo religioso. I fanatici religiosi islamisti avevano scritto il suo nome con altri 83 in una lista consegnata al governo perché li processasse per blasfemia. Nazimuddin sapeva bene a quale rischio si esponeva scrivendo le sue opinioni. Cedendo all’angoscia dei suoi genitori, che vivono in Inghilterra, aveva interrotto per qualche tempo l’attività nella rete. L’aveva ripresa di recente. Scrivo a casa mia, aveva detto, nessuno è tenuto a leggermi.
Centinaia di manifestanti hanno bloccato un incrocio nel vecchio centro di Dhaka per ricordarlo e protestare contro l’inerzia delle autorità. Ci sono sempre dei coraggiosi a manifestare, ci sono sempre autorità inerti. Lo scorso 23 marzo era stato trovato il corpo di Sohagi Jahan Tonu, 19 anni, studentessa del secondo anno di Storia e attivista di teatro, violentata e assassinata in una zona militare ad alta sicurezza. Dei coraggiosi avevano manifestato e protestato, fra loro Mazimmudin Samad.
Il Foglio sportivo - in corpore sano