Omero Ciai e la luna a Cuba
Nella Plaza de la Revolución di Santiago de Cuba, finita la manifestazione di massa, molta gente, soprattutto i ragazzi, resta a bivaccare per una veglia, a fotografarsi e a prolungare l’occasione memorabile
Nella Plaza de la Revolución di Santiago de Cuba, finita la manifestazione di massa, molta gente, soprattutto i ragazzi, resta a bivaccare per una veglia, a fotografarsi e a prolungare l’occasione memorabile. Il pittore Rafael Antares, e professore di belle arti, è là con suo figlio adolescente, che ha già deciso di specializzarsi in inglese. Il figlio ascolta pazientemente, il padre dice che un giorno farà tesoro di tutto quello che sente stasera. Il padre risponde con metodo pedagogicamente rivoluzionario alle domande maieutiche di Omero Ciai, famoso latinoamericanista oggi di Repubblica. Rafael non è dogmatico, assicura, ma Fidel è fuori discussione. Omero incalza con altrettanto metodo, per ingrassare il suo carniere di appunti. Finché il pittore trova una morale abbastanza conclusiva del dibattito e indicando una scintillante falce di luna sopra la gran piazza dice (no, non dice quello che già temete, che c’è chi guarda la luna e chi guarda il dito), dice: “Chi guarda il cielo può vedere la luna, o solo le macchie lunari”. “La luna o las manchas”. Gran successo, e nomina sui due piedi di Ciai a Omèro de la Mancha.