(foto LaPresse)

Il voto sulle colonie all'Onu e la Bibbia sventolata dall'ambasciatore d'Israele

Adriano Sofri

Friedman, Danon, il diritto divino. Una riflessione

C’è molta attenzione attorno a David Friedman, nuovo ambasciatore americano in Israele, nominato da Trump, a cominciare dalla questione dello spostamento dell’ambasciata a Gerusalemme, “capitale eterna”, finora mai attuato. Il signor Friedman condivide le posizioni dell’estrema destra israeliana; secondo lui, l’ebraismo americano favorevole alla prospettiva dei due Stati, israeliano e palestinese, sono come i kapò dei campi di sterminio, anzi peggiori, perché non hanno nemmeno l’attenuante delle violenze che incombevano sui kapò. Alla vigilia dell’insediamento di Trump e dei suoi nominati, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha votato per la prima volta senza il veto degli Usa, la cui ambasciatrice uscente si è astenuta, una mozione contro le colonie israeliane. Dall’ottobre 2015 Israele è rappresentato all’Onu dall’ambasciatore Danny Danon, il quale sostiene che Israele dovrebbe annettere la Cisgiordania e cacciare i palestinesi in Giordania.

 

Danon rafforza le sue posizioni oltranziste col richiamo inesorabile alla volontà di Dio, il Dio che diede per sempre la terra di Canaan ad Abramo e la rinominò Israele. In nome di Dio Danon rende gli Stati Uniti colpevoli di inerzia o di complicità nelle sventure del popolo ebraico, a cominciare dalla Shoah, e di Israele, in particolare per avergli impedito di portare a fondo l’esito della vittoria del 1967 – di cui fra poco ricorrerà il più impegnativo anniversario – di prevenire l’attacco del 1973, al costo di migliaia di vittime israeliane, e di prevenire oggi la minaccia nazista dell’Iran. Curiosamente Danon sottolinea come a capo dell’Iran stia un’autorità “messianica”. L’altro giorno guardavo la riunione del Consiglio di Sicurezza e ho visto l’ambasciatore Danon concludere il suo intervento sollevando la Bibbia e ammonendo che quel libro prova la proprietà millenaria di Israele sulla terra assegnatagli da Dio. I gran signori greci non riuscirono ad averne ragione, non ci riusciranno oggi i signori delle Nazioni Unite. Quel gesto, quel libro sollevato a garantire il diritto divino di Israele alla terra e alle colonie, mi è sembrato raccapricciante.

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