Santi, balene e crimini di guerra
La ripresa dell’offensiva a Mosul ha portato a risultati efficaci
La ripresa dell’offensiva della Golden Division irachena a Mosul nelle due ultime settimane ha portato a risultati efficaci come l’espugnazione dei locali dell’Università che l’Isis aveva adibito anche a fabbrica di armi. L’operazione è ancora limitata alla parte orientale della città, che gli iracheni contano di prendere entro pochi giorni. A quel punto l’operazione per Mosul sarà arrivata sulla sponda del Tigri. I sei principali ponti sul grande fiume sono stati distrutti, rendendo arduo per i miliziani jihadisti ritirarsi a occidente, dove la parte moderna e più abitata della città è in mano all’Isis. Lunedì le forze speciali irachene hanno raggiunto un sito militarmente irrilevante ma simbolicamente importante come l’antica leggendaria tomba e poi moschea del profeta biblico Giona, santo per la chiesa cattolica e venerato col nome di Nabi Yunus anche dai musulmani di ogni confessione. Giona fu inghiottito da un “grande pesce” secondo la versione dell’Antico Testamento, e da una balena secondo il racconto del Corano. Sono ora macerie, perché il 25 luglio 2014 gli uomini dell’Isis avevano decretato che il monumento era solo un ritrovo di apostati e l’avevano meticolosamente minato e fatto esplodere in una specie di cerimonia pubblica. Lo scorso settembre, la Corte penale internazionale dell’Aia ha condannato per la prima volta un responsabile della distruzione di monumenti storici e religiosi – nove mausolei e una moschea di Timbuctu, in Mali – come crimine di guerra.