Donald Trump e il modello di eccitazione televisiva
“Con molto meno sforzo, i responsabili delle news riescono a presentare dibattiti estremizzati e drammatizzati, capaci di esaltare l’indignazione degli spettatori e gli indici di ascolto”
Sul New York Times ho letto un intervento di Jessica Yellin, giornalista e documentarista, già a capo dell’ufficio di corrispondenza della Cnn alla Casa Bianca. Si intitola “Come salvare la Cnn da se stessa” e riguarda l’eventualità annunciata che la At&t, la multinazionale telefonica e di telecomunicazioni, acquisti la Time Warner, proprietaria della Cnn (al prezzo di 85 miliardi di dollari). Yellin commenta in particolare il ricorso dilagante della Cnn ai dibattiti fra esperti, veri o presunti, che hanno il pregio, per i produttori, di ridurre drasticamente la spesa rispetto ai reportage sul campo che comportano i costi per le troupe, i viaggi, i camion satellitari. “Con molto meno sforzo, i responsabili delle news riescono a presentare dibattiti estremizzati e drammatizzati, capaci di esaltare l’indignazione degli spettatori e gli indici di ascolto”. Donald Trump è fatto su misura per questo modello di eccitazione televisiva. Ho tradotto, più o meno, ma non ce n’era bisogno: gli allievi italiani hanno superato da tempo i maestri, sia per gli esperti, veri e soprattutto presunti, sia per la scrosciante claque in sala. Tutto gratis, o quasi.